L’ultimo round se l’è aggiudicato Nissan con la sponsorizzazione della Champions League, ma la lotta con Toyota per il titolo di top-selling Asian brand in Europa sembra destinata a continuare. Vivendo a Bruxelles, dove ha sede Toyota Europa, so per certo che qualche anno fa ci fu una lunga trattativa proprio dei rivali di Toyota con l’UEFA per subentrare a Ford, ma alla fine non se ne fece nulla. Soffiavano già i primi venti di crisi, e dal Giappone ordinarono di tirare rapidamente i remi in barca, così finì tutto in naftalina. per buona pace, oggi, di Nissan.

Rinuncia al calcio ma non si può dire la stessa cosa per i piani di sviluppo dei nuovi prodotti: Toyota oggi può beneficiare delle versioni ibride di Yaris ed Auris (pari a circa un terzo della mix di vendita), che l’anno scorso le hanno consentito di recuperare quota di mercato (4,2%) e mostrare conti in nero. Il Presidente di Toyota Europe, Didier Leroy, in un’intervista al Corriere della Sera di recente ha dichiarato: “L’anno scorso abbiamo venduto in Europa 156mila ibride Toyota e Lexus con un incremento del 43% rispetto al 2012. Nel 2015 la metà delle Yaris e Auris sarà acquistata in versione ibrida”.

Al contrario, chi oggi acquisisce i diritti Uefa, Nissan, nel 2013 ha perso quota in Europa (ora al 3,4% ) e, nonostante il successo di Qashqai (214mila unità vendute) e Juke (110mila), ha anche perso soldi. L’elettrica Leaf ha venduto appena 11mila unità, di cui un migliaio in Italia.  Nonostante questo, da inizio anno Nissan ha dichiarato guerra a Toyota in Europa: immancabilmente, tutti i manager Nissan, a partire da Andy Palmer, intervistati dai giornalisti europei, hanno sottolineato che il loro obiettivo é diventare “the Number 1 Asian car manufacturer in Europe by 2016”. Una dichiarazione sorprendente, che certamente Toyota non avrebbe mai fatto, ed alla quale non ha ufficialmente replicato.

Pur avendo infatti la comune l’origine giapponese, le due aziende sono molto diverse per cultura, soprattutto da quando Renault 15 anni fa ha acquisito il 43.4% di Nissan. Laddove Nissan ha una vocazione metropolitana (la sede è a Yokohama, situata su una penisola affacciata sulla baia di Tokyo), Toyota ha radici contadine (il nome deriva dalla famiglia Toyoda, che in giapponese significa “campo di riso”) e fa del basso profilo un codice di comportamento.

Come sta andando finora la sfida lanciata da Nissan? I dati europei (EU27+EFTA) relativi al primo trimestre usciranno tra qualche giorno, ma se prendiamo i cinque maggiori mercati, Nissan è davanti in Francia e Gran Bretagna, Toyota in Italia e Spagna, mentre i due marchi sono appaiati in Germania. Ma quando parlano d’Europa, sia Nissan che Toyota includono anche la Russia, i cui dati economici entrano nei rispettivi bilanci, oltre che nel computo delle vendite.

A questo proposito, sia Nissan che Toyota quest’anno stanno conoscendo un vero exploit in Russia: nei primi tre mesi, nonostante il calo di domanda, hanno venduto rispettivamente 46mila (+27%) e 35mila (+20%) vetture e veicoli commerciali leggeri.  Non più tardi di venerdì scorso Carlos Ghosn, capo dell’alleanza Renault-Nissan, presentando in Russia il marchio Datsun, ha ribadito il suo ottimismo, spiegandolo con la crescita della classe media russa nel medio-lungo termine, ed ha sminuito l’impatto che potrebbe avere la posizione del governo russo con l’Occidente a riguardo dell’Ucraina. Toyota dal canto suo sei mesi fa ha annunciato l’inizio della produzione del RAV4 in Russia, ed il raddoppio della capacità produttiva nell’impianto di San Pietroburgo. Insomma, ce n’è abbastanza per concludere che … chi vincerà la campagna di Russia, vincerà la guerra in Europa.

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