Jeep Renegade,  la prima Jeep “made in Italy”, in realtà si sta candidando ad una missione ben più ambiziosa: diventare il biglietto da visita nel mondo di Fiat Chrysler Automobiles. La produzione in Italia è partita da due mesi e già sulle strade brasiliane si vedono circolare le bisarche con le Renegade carioca appena prelevate dalla nuova fabbrica di Pernambuco (finanziata all’85% dallo stato brasiliano) che inizierà la produzione in serie a marzo. “Ed entro fine anno partiremo in Cina“, ha dichiarato giovedì in California il gran capo di Jeep, Mike Manley, durante la presentazione del minisuv alla stampa Usa dove le concessionarie inizieranno a distribuirlo da fine marzo.

Manovre di ampiezza e velocità impensabili per la “vecchia” Fiat. Del resto Manley non ha tempo da perdere se vuole arrivare nel 2018 al traguardo fissato a 1,9 milioni di Jeep immatricolate nel mondo rispetto al milione appena superato quest’anno.  La Renegade è un tassello strategico di questo piano: da sola vale fra i 300 e i 400 mila pezzi in un segmento dove Jeep non esisteva. In Italia, dove sono in corso 1.000 assunzioni per la fabbrica di Melfi, a regime se  ne dovrebbero produrre fra 150 e 180.000 all’anno mentre gli altri due impianti avrebbero (non ci sono ancora dichiarazioni ufficiali) obiettivi leggermente inferiori.
Già, ma perché tre fabbriche  in tre continenti  per questo modello? Sorprendentemente non sono il costo del lavoro e/o quello del trasporto le voci che hanno spinto Sergio Marchionne a optare per questa soluzione. Il fatto è che sia Cina che Brasile, primo e quarto mercato mondiale dell’auto ed entrambi molto recettivi per il segmento dei mini suv, prevedono robuste barriere anti-import per l’industria automobilistica con dazi dell’ordine del 40%.
Gli Stati Uniti ricambiano Cina e Brasile con la stessa moneta mentre i dazi americani scendono al 10% per le vetture di provenienza europea. Un fattore che assicura  il ricco mercato Usa alle Renegade fabbricate in Italia e le mette al riparo dalla concorrenza delle più economiche consorelle brasiliane che al massimo potranno circolare nei paesi dell’America Latina aderenti al Mercosur, una sorta di area di libero scambio stile Cee.
Oltre all’America, le Renegade made in Italy riforniranno anche  mercati finora esclusi dal circuito Jeep come la Turchia, dove è già partita la campagna pubblicitaria, ma anche aree lontanissime e finora fuori dalla portata della Fiat come la popolosa Indonesia, il cui importatore, Garansindo Inter Global, ha appena annunciato su twitter che ne  avvierà le vendite a luglio.
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