Jeep ce la farà a raggiungere il traguardo di un milione di vetture vendute nel 2014? A metà anno si può fare un primo screening sull’ambizioso obiettivo fissato a gennaio dall’amministratore delegato di Fiat – Chrysler, Sergio Marchionne e confermato solo a marzo dal responsabile del marchio, Mike Manley (ne parlammo in questo post).

Com’è noto, nel 2013 il marchio americano ha venduto 732.000 vetture in tutto il mondo: raggiungere la vetta del milione, equivarrebbe ad aumentare le vendite del 32% in un solo anno. Come stanno andando le cose? Ecco i  numeri: nel  primo semestre, Jeep ha venduto globalmente almeno 440.000 unità. A queste si dovrebbero aggiungere circa 40.000 pezzi piazzati in Cina, mercato dove le vendite sono stimate.

A metà dell’anno, insomma, Jeep sarebbe sulla strada giusta, stando almeno alle cifre  riportate dai siti Carsitaly.net e Fiatgroupworld.com. che riportano le vendite Jeep mercato per mercato.

Per il marchio americano, il grosso della spinta è arrivato dal mercato domestico: negli Stati Uniti, le vendite nel semestre sono lievitate da 230.000 a 332.000 con una crescita del 45%. Ma per Jeep le note della marcia trionfale sono suonate un po’ dappertutto: +90% in Russia (3.800), + 48% in Giappone (3.000) e +43% in Australia (14.000), dove in alcuni mesi è riuscita a piazzare la Grand Cherokee fra i primi dieci modelli più venduti. L’Italia per Jeep è il sesto mercato del mondo con 4.350 vetture vendute e un aumento del 36%.

La relativa minore brillantezza della performance italiana, si spiega anche con la politica di marketing  delineata da Marchionne per la Jeep in Europa: tentare, su questo lato dell’Atlantico, di elevare al rango di premium un marchio che in America è sempre stato pop (in passato forse anche troppo pop). I detrattori fanno anche notare i prezzi molto alti del lancio della Cherokee. Insomma, se gli obiettivi quantitativi sembrano a portata di mano, in Europa quelli qualitativi (e quindi di margine) sono ancora fuori dal carniere di Marchionne.

La gestione Fiat sta comunque trasformando in profondità il DNA del marchio americano unendo, alla tradizionale capacità off road, una notevole cura degli interni e una massiccia iniezione di tecnologia, a partire dall’uso del cambio automatico a nove marce introdotto sulla Cherokee. Il “nove marce” sarà un cavallo di battaglia anche della Renegade, la piccola jeep da 4,20 metri che a settembre arriverà nei concessionari partendo, per la prima volta da una fabbrica italiana e non americana.

E proprio la Renegade, che già da ottobre, secondo fonti sindacali, dovrebbe essere sfornata dalla linea di montaggio di Melfi in 20.000 esemplari mensili su tre turni, sarà la carta al tornasole dell’ulteriore espansione globale del marchio. A Melfi sono già presenti un centinaio di quadri brasiliani che dalla prossima primavera assembleranno la piccola Jeep nella nuova fabbrica brasiliana che Fiat sta completando nello stato del Pernambuco. A fine 2015 o inizio 2016 inizierà la produzione di tre modelli Jeep in Cina. L’obiettivo, fissato dal piano quinquennale presentato il 6 maggio, è quello di portare le vendite globali Jeep a quota 1,9 milioni nel 2018. Sempre che quota un milione sia effettivamente agguantata quest’anno.

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