GM Ford FCA, innanzitutto. Sono stati pubblicati i risultati finanziari dei maggiori costruttori (giapponesi esclusi) relativi al secondo trimestre, e quindi alla prima metà, dell’anno in corso. Dal punto di vista di mercato, i fattori che più hanno inciso sui numeri sono il vistoso rallentamento della Cina (dove si prevede un aumento appena del 3%), il crollo del Sudamerica, la sorprendente crescita dell’Europa (+8.2%) e il boom degli Stati Uniti, la cui industry per il 2015 è stata ulteriormente rivista verso l’alto, oltre 17 milioni di veicoli, con una mix fortemente sbilanciata sui “light trucks“, che notoriamente generano margini a doppia cifra.

Tra le Case che hanno beneficiato dalla crescita del mercato nordamericano spiccano com’era prevedibile i tre domestic players, vale a dire General Motors, Ford e Fiat-Chrysler.

In particolare, i risultati di GM e Ford sono molto vicini, con un identico profitto prima delle tasse (EBIT-adjusted) che sfiora i 3 miliardi di dollari (con un margine superiore al 7%), di cui tuttavia il 90% proviene dal Nordamerica (con margini rispettivamente del 10.5%e dell’11.1%) e solo una minima parte dalla Cina ($503 milioni per GM, $190 per Ford). Val la pena di ricordare che lo scorso anno il 40% del profitto netto e circa un quarto del cash flow di GM provenivano dalla Cina.

Il profitto netto è più di un miliardo per GM, che nel periodo ha generato un fiume di denaro (il flusso di cassa proveniente dalle attività operative è pari ad oltre 5 miliardi di dollari), e di quasi due per Ford, nonostante le problematiche relative al lancio del nuovo F-150, con un cash flow inferiore ai 2 miliardi. Per ambedue la proiezione del profitto prima delle tasse per il 2015 è intorno ai dieci miliardi di dollari, davvero niente male.

Per quanto riguarda FCA, che più degli altri ha beneficiato del deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro, l’EBIT-adjusted è pari a 1.5 miliardi di euro (con un margine del 5.2%), di cui l’87% viene dall’area NAFTA (con un margine del 7.7%), mentre il profitto netto adjusted (che non comprende la variazione del tasso di cambio in Venezuela né la multa pagata all’NHTSA) ammonta a 450 milioni di euro, con una proiezione a fine anno superiore al miliardo. Il flusso di cassa generato dalle attività operative è di circa 3  miliardi di euro, 903 milioni al netto delle spese di investimento.

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