La Ford vola nei conti e in qualche modo nello stile, se si legge l’ultima decisione del cda  alla luce di quanto avviene in altre aziende controllate da ampie famiglie. L’amministratore delegato Alan Mulally ha detto che anche quest’anno la Ford non pagherà dividendi ai suoi azionisti perché c’è da pensare prima alla riduzione del debito di 34 miliardi di dollari. Ford aveva chiesto prestiti alle banche prima della grande crisi che ha mandato in bancarotta la Gm e la Chrysler, riuscendo a uscire dallo tsunami industrial-finanziario senza gli aiuti pubblici dell’amministrazione Obama.  Bill Ford, il cinquantreenne presidente della famiglia proprietaria del marchio dell’ovale blu, ha risposto a un azionista che “anche nella testa di molti miei familiari” si pensa che sia arrivato il momento di pagare dividendi, bloccati dal 2006, “ma è ancora troppo presto”.  Un anno fa, un’azione Ford valeva 4,71 dollari, oggi ne vale 13. Sempe un anno fa di questi tempi, la Ford perdeva soldi, oggi ha chiuso il 2009 con utili per 2,7 miliardi di dollari. E nel 2010, aggiunge Mulally, l’azienda sarà “solidamente” profittevole per “migliorare” ancora nel 2011. Ovvio che Bill Ford abbia chiesto pubblicamente a Mulally di restare quanto vuole: il manager ha 64 anni e l’azienda non ha regole che obbligano ad andare in pensione al compimento dei 65.

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