Pochi giorni fa il Financial Times in prima pagina, adesso il New York Times: l’indiana Tata Nano non si vende. L’auto  low cost da 2500 dollari o, come titola il quotidiano americano, “l’auto che pochi vogliono comprare”, non sfonda. Vendite giù a precipizio in India, solo 509 unità in novembre dalle 9.000 del luglio scorso nonostante un +22% del mercato. E il costruttore che – in e di corsa – allunga la vita della garanzia da 18 mesi a 4 anni (anche a quelle di vetture già in mano ai “pochi” proprietari), e analisti che dopo aver previsto sfracelli di clienti per accaparrarsi la piccola,  dicono adesso che no grazie, la gente vuole spendere poco senza rinunciare né alla sicurezza né a un minimo di appeal.

Bella scoperta. La Dacia del gruppo Renault si è affermata come marchio di vetture low cost sia perché i suoi modelli non lamentano problemi di sicurezza, sia perché non sono brutti. Ovviamente niente lussi, niente linee da svenimenti e  nemmeno prezzi da saldi outlet, anche se prima del lancio della Logan si parlava di “automobile a 5.000 euro”. Non era vero, ma il claim ha funzionato perché il resto ha funzionato.  Moralina, affidata a un proverbio cinese, tanto per essere alla moda: “Cantare le due canzoni” (traduzione libera).

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