2010, prospetto dell’ultimo bilancio prima della scissione Fiat. Alla voce compensi, l’amministratore delegato della Fiat incassa 3,473 milioni di euro. Compresi i 423 mila euro ricevuto per la carica ricoperta nella controllata Fiat Switzerland ma non i 500 mila euro per la carica ricoperta in Fiat Group Automobiles, non percepito e riversato a Fiat Spa. Ovviamente i quasi 3,5 milioni non sono pochi (e già che ci siete, rileggetevi Massimo Mucchetti sul Corsera del 9 gennaio scorso). Ma lo sono se si prende in considerazione lo strepitoso compenso 2010 di Luca Cordero di Montezemolo.

Per Marchionne, è stato un crollo rispetto ai complessivi 4,780 del 2009 (arriverà comunque alla fine del mese). Perché non ha ricevuto 3,75 milioni di stock option riferite agli esercizi 2008-2010 per non aver centrato gli «obiettivi di redditività» previsti per il triennio dal piano di incentivazione approvato nel 2006.  Montezemolo, invece, se nel 2009 aveva intascato 5,170 milioni, nel 2010 ha preso circa 1 milione di buonauscita per meno di quattro mesi alla presidenza Fiat (finita il 21 aprile), più 7,45 milioni per la presidenza della Ferrari più un’altra manciata di euro per un totale di 8,7 milioni di euro. E’ vero che la Ferrari ha fatto vendite record e ha un margine di oltre 15%  e la Fiat di circa  2 (e ha perso un mondiale che la Fiat nel suo settore però non vede neanche da lontano), ma la differenza tra i due compensi – visti i rispettivi impegni – resta quasi inspiegabile per i comuni mortali. E anche per Marchionne.

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