Giorgetto Giugiaro è molto arrabbiato con Sergio Marchionne e ora anche Sergio Marchionne è molto arrabbiato con Giorgetto Giugiaro. “Marchionne è un grande uomo di finanza e non di prodotto“, ha detto recentemente il designer. L’affermazione contiene almeno tre verità. E’ vero che  l’ad della Fiat viene dalla finanza e ci si muove a suo agio, altrimenti non avrebbe avuto la capacità dimostrata  di trattare bilanci, banche e governi in maniera fin qui magistrale (la pesante sconfitta in Russia con Sollers è una battaglia perduta ma non sembra l’inizio della fine come per Napoleone). E’ vero anche che un’affermazione del genere viene tradotta nel mondo delle quattro ruote in un solo modo: di auto, Marchionne capisce poco e nulla. Ed è infine vero che, in privato, Giugiaro dice seccatissimo che da quando Marchionne è arrivato a Torino, la sua Italdesign ha fatto in tutto una sola calandra nuova per il gruppo Fiat. Altra ragione per cui, l’anno scorso, ha preferito accasarsi con Volkswagen e lavorare solo per i tedeschi.

Che il capo Fiat l’abbia presa molto a male è evidente, ancora di più dopo il profilo da vero car guy che il 31 gennaio scorso gli aveva dedicato il Wall Street Journal. A parte i 90 maglioncini tutti eguali nelle sue tre case, nel pezzo si insisteva sulla sua maniacalità per i dettagli, compresi il malfunzionamento della maniglia di una portiera di una Chrysler o  la trasmissione lenta del nuovo Jeep Grand Cherokee, guidato per 3500 chilometri. Oggi, tuttavia, sono gli uomini di finanza come lui che vanno per la maggiore rispetto appunto ai car guy che hanno disastrato Detroit o rotto lo specchio della qualità totale della Toyota. Marchionne sta in buona compagnia di gente come Alan Mulally della Ford, di Dan Akerson della Gm, di Philippe Varin di Peugeot-Citroen, tutti darling per le borse.

Detto tutto questo, Giugiaro – un grande uomo di design e pure di finanza, visto l’accordo con Volkswagen – ha mancato di un po’ di stile. Lavora con l’impero prussiano, dunque è, dunque chissenefrega del resto del mondo, alla sua età e dalla sua altezza. Eppoi i tempi cambiano. Nel gennaio del 1997, intervistai per l’Espresso Fabrizio Giugiaro che, senza peli sulla lingua, mi raccontò del progetto della piccola Matiz, bocciato da Fiat e venduto con successo ai coreani di Daewoo. Apriti cielo: seppi successivamente che l’allora ad del Lingotto, Paolo Cantarella, si infuriò per quella intervista, convocando padre e figlio e minacciando di cancellare commesse per Italdesign. Cantarella si occupava molto di prodotto, ma sbagliò sulla Matiz e non solo (Giugiaro compresi). Senza voler difendere Marchionne, che se la cava da solo: ma valeva davvero la pena che oggi Giorgetto lo “sfottesse” per un passato che evidentemente non passa?

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