La piccola tedesca è dunque arrivata. Ho potuto guidarla a Roma e dintorni, località scelta per la prova internazionale della stampa. Roma non è un caso e non saranno un caso altri citazioni: Roma è il cuore del paese in cui opera la Fiat, che si appresta a lanciare la nuova Panda, per molti o per logica l’anti-up!. Nelle concessionarie, la piccola Volkswagen arriverà invece a dicembre per essere toccata, in gennaio per essere comprata e portata via. I prezzi comunicati sono: la 3 porte “base” parte da 10.600 euro, la più lussuosa 12.600. Motore unico in Italia, un 1000 tre cilindri con 75 cavalli, il 60 è destinato per ora ad altri paesi. La più pratica cinque porte, soprattutto per chi ha bambini da sistemare sul seggiolino posteriore, arriverà non prima della metà del 2012, prezzo non comunicato. Buttiamo lì a Massimo Nordio, responsabile del marchio Volkswagen in Italia, un + 500 euro rispetto alla 3 porte, ma non si sbilancia. Per chi ritiene la up! la concorrente perfetta della Fiat Panda (la nuova arriverà sul mercato in contemporanea) può fare così due calcoli: oggi la Panda (esclusivamente a cinque porte) parte di listino da 10.200 euro e difficilmente la nuova costerà di più. Dunque a occhio ma molto a occhio, la Volkswagen a cinque potrebbe esigere  almeno 1.000 euro in più dell’italiana, nei modelli comparabili per motori e allestimenti. Tanto costeranno meno le sue sorelline con marchio Seat e Skoda, next.

Passiamo alla strada e ad altre citazioni. Se Roma sta a Fiat come la up! sta alla Panda (è il mercato, bellezza),  non posso non notare in modo politicamente scorretto nome e funzione del sistema City. Sulla Panda (e su altre piccole del gruppo Fiat), City interviene sul servosterzo per alleggerisce ulteriomente il volante, comodo nelle manovre in città. Sulla up!, City è il dispositivo che frena automaticamente la macchina quando ci si avvicina troppo alla vettura davanti, a velocità tra i 5 e i 30 chilometri all’ora. Un sistema di sicurezza attiva (optional), mai visto su un’auto piccola.  E ancora: la fascia nera (disponibile anche in altre colori) sulla plancia della up! ricorda molto da vicino quella della Fiat 500. Detto andreottianamente: a pensare male si fa peccato ma ci si prende quasi sempre… 

Salendo a bordo della piccola Volkswagen, si ha subito la sensazione di una macchina solida,  cioè tedesca. Sedili larghi, per tedeschi. La seconda sensazione è quella dello spazio intorno, ampio e non male anche dietro, grazie all”altezza da monovolume del tetto. L’auto ha un passo da record e una linea che non fa svenire, più da architetto che da designer, e non ce ne voglia Walter de Silva, capo dello stile dell’impero di Wolfsburg (parole sue: “Mi sono ispirato più al product design che al car design”). A bordo, non piace la regolazione del volante, limitata in altezza e senza profondità, né la mancanza di una memoria del sedile anteriore: se lo si porta avanti per far salire il passeggero, poi bisogna riadattarlo da capo. Mi domando, infine, quanti euro abbiano risparmiato in Germania, mettendo sul bracciolo lato guidatore uno solo tasto, invece che entrambi, per gli alzacristalli elettrici. Per azionare quello lato passeggero, bisogna tuffarsi.

Pronti, via,  la up! sta molto bene in strada, si appoggia il giusto in curva, ha uno sterzo serio per la categoria e buona visibilità. Il 3 cilindri, tornato di moda ovunque, fa il suo dovere in ogni circostanza. Rispetto a quelli del passato, questi motori non vibrano quasi più, costano e consumano ancora meno. Certo, per un’auto all’ultimo grido non è che sia una novità sconvolgente: la versione elettrica può attendere il 2013, in casa Volkswagen come presso gli altri costruttori. Sulla missione di up!, Luca De Meo, l’altro italiano a capo del marketing dell’impero, ha detto chiaro che finora Vw nel segmento A “non c’era” e questo “è il segmento del futuro”. In realtà, Vw ha provato a starci quando lui non c’era. Ora che è arrivato (dalla Fiat, tanto per completare le citazioni), Vw ci riprova. Di sicuro in modo più convincente.      

 

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