L’auto scandinava non c’è più. Per venire da Rovaniemi, Lapponia, Finlandia, Babbo Natale quest’anno non potrà salire più su una Saab. Il costruttore svedese, controllato dal piccolo marchio danese Spykers, è finito in bancarotta il 19 dicembre scorso, dopo il no del vecchio proprietario General Motors a trasferire i propri brevetti rimasti in casa Saab agli acquirenti Zheijiang Youngman Lotus e Panga Da. Niente accordo con i cinesi, immediata istanza di fallimento del tribunale dopo nove mesi di battaglia per la sopravvivenza portata avanti da Spykers. Una brutta fine, tanto più che Gm aveva americanizzato il marchio svedese senza riuscire a renderlo competitivo in più di vent’anni di gestione (bilancio Saab in utile solo nel 2001). Babbo Natale forse non salirà nemmeno su una Volvo, l’altro marchio svedese ma semre meno scandinavo, rilevato nel 2010 dal gruppo cinese Geely dietro pagamento cash di 1,5 miliardi di dollari alla Ford. La nuova Volvo si appresta a chiudere in utile il 2011 nonostante una perdita nel terzo trimestre, in Italia l’anno finirà con segno più. Nel prossimo lustro, il proprietario cinese ha promesso di investire 11 miliardi di dollari sul marchio ma anche di produrre presto Volvo in una nuova fabbrica in Cina. Speriamo bene per il futuro degli stabilimenti a Goteborg. Chissà se Babbo Natale cambierà auto.

ps Sotto l’albero dell’auto mondiale, i regali sono finiti. Non ci sono più soldi per salvare qualcuno, come hanno fatto nel 2009 l’amministrazione Bush e poi Obama con l’industria di Detroit (Marchionne ringrazia per Chrysler). I francesi di Psa che, conti alla mano, sono nella posizione peggiore fra gli europei, non potranno contare neanche loro su aiuti pubblici (come i 3 miliardi di euro in prestiti Sarkozy del 2009) se le cose precipitassero. La Fiat italiana può contare sugli utili Chrysler, non sul governo Monti. Mala tempora in Europa per i lavoratori del settore. Babbo Natale dovrebbe pensare innanzitutto a loro.

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