Nessuno l’ha ripresa e io stesso stavo colpevolmente per tirar dritto. Eppure potrebbe essere la notizia di cui mai abbiamo finora scritto: una donna potrebbe diventare Ceo, cioè presidente amministratore delegato, della General Motors, numero uno mondiale dell’auto.  Mary Barra, 50 anni, oggi a capo dello sviluppo del prodotto globale e membro del consiglio di supervisione della controllata europea Opel, è stata inserita a sorpresa tra i successori di Dan Akerson, 63 anni, numero uno di Gm. In verità, lo ha fatto lui stesso, parlando il 30 aprile scorso a Palm Beach, in Florida. “Non mi stupirei se fosse lei, ma è il consiglio di amministrazione a decidere”, ha detto Akerson, di cui ai vocifera la dipartita dal novembre scorso. A favore di Barra, che non conosco, giocano due fattori: l’età relativamente giovane e la scelta della Casa Bianca, ancora azionista di Gm dopo la bancarotta pilotata del 2009. Sperando che Barack Obama venga rieletto il prossimo novembre, la promozione di Mary Barra  potrebbe essere finalmente un segno che qualcosa  cambia in una industria al maschile, dove le donne vengano sempre lasciate ai piani bassi. Contro la sua nomina, giocano altrettanti due fattori, cioè almeno tre manager maschi in corsa e un sospetto: e se Akerson avesse fatto il suo nome per bruciarla?

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