Sergio Marchionne è piuttosto noto anche qui a Seoul. Stimato per quel che ha fatto con la Chrysler, ma disinteressante quando propone l’affitto delle fabbriche europee e sostanzialmente italiane della Fiat al miglior offerente per far fronte alla sovracapacità produttiva. Chiedo a Chung Mong-koo,il boss del quinto gruppo mondiale Hyundai-Kia, incontrato nel suo quartier generale insieme al top management rigorosamente maschile, se la proposta dell’affitto – per Mazda o per chiunque, ha specificato Marchionne – possa essere attraente. Il gruppo sudcoreano sta crescendo ovunque e anche sui mercati europei mantiene  il segno più nelle vendite. La risposta di Chung è secca: “Noi vogliamo concentrarci sulla qualità e questo è possibile soltanto dentro i nostri stabilimenti, perché così possiamo avere il controllo totale su quello che facciamo”. No grazie, insomma, e infatti Hyundai-Kia ha preferito aumentare la capacità produttiva delle sue due fabbriche europee nella Repubblica Ceca e in Turchia. Per quanto riguarda una possibile collaborazione con Bmw di cui si è parlato molto, Chung conferma invece che per ora ciò accadra “nei semiconduttori, e poi vedremo”. Per Marchionne, l’opzione più forte per l’affitto resta quella di Mazda, priva di stabilimenti europei, con cui ha firmato un protocollo d’intesa per produrre la prossima spider Alfa Romeo a Hiroshima insieme alla nuova generazione di MX5. Poca cosa, e nel 2015; altro sarebbe se la Mazada venisse a produrre a Melfi l’erede della 2, condividendo con la Fiat gli oneri di un nuovo pianale per la Punto, di cui Marchionne è alla ricerca per il modello rinviato al 2014.

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