E’ stata presentata in casa, a Berlino, la settima generazione della Volkswagen Golf, che farà poi da stella al Salone dell’auto di Parigi il prossimo 29 settembre. Golf, come dire, fa parte dell’arredamento: c’è da 38 anni, dalla prima del 1974 disegnata da Giugiaro, è il modello più venduto di sempre della Volkswagen (oltre 29 milioni di unità), sta regolarmente in cima nella classifica best seller europea e soprattutto in cima ai desideri anche di chi non se la è mai potuta permettere. Questa Golf settima è nuova più sotto che sopra. La linea è come una giacca a due bottoni che passa a tre, più moderna ed evoluta, ma non fa dire che la vecchia a due bottoni sia da nascondere in fondo all’armadio. La novità vera è nel nuovo pianale modulare, il MQB, acronimo di modular trasnverse toolkit, sul quale la Volkswagen ci costruirà più delle metà di tuti i suoi modelli da qui al 2020. Caratteristica principale, oltre all’ovvia, ampia flessibilità, è la leggerezza. Che aggiunta alla cura dimagrante praticata qua e là, fa della nuova Golf un’atleta in forma: 108 in chili in meno rispetto alla precedente, hanno detto a Berlino. Meno peso significa essenzialmente meno consumi e meno emissioni, che fa bene alla salute di tutti. Golf settima sarà però la prima ad essere anche ibrida ed elettrica: così gli ultimi saranno i primi, ed è storia antica.
Quanto è nuova, la nuova Golf?
Commenti
Lascia un commento
Golf: aurea mediocritas.
(definizione fulminante presa a prestito dall’amico John Pollame)
Ottimo prodotto, grandiosa operazione di Marketing e Comunicazione,
partita 40 anni fa e perseguita con pervicacia unica, specie in Italia.
(Ci sono Paesi, tipo la Francia, in cui la Golf è solo una tra le tante…)