Scarpe e parafanghi. Lo scambio di insulti fra Diego Della Valle e Sergio Marchionne non servirebbe a nulla, meno che mai alla crisi del lavoro in Italia e in particolare negli stabilimenti della Fiat, se non lasciasse accesa la spia su una questione di poteri. Il problema di Della Valle non è l’Alfa Romeo di Marchionne, ma il presidente e primo azionista del gruppo John Elkann, detto Jaki. Al quale di automobili e dell’Italia interessa meno che zero – scelte: per cultura, per formazione, per business personale che è già in America – eccezion fatta del controllo della Rcs e anzi del Corriere della Sera. Qui Jaki è intervenuto duro e ha fatto fuori Della Valle, che continua a comprare azioni Rcs avendo soldi in tasca e meditando rivincite.  A Marchionne di giornali non frega quasi nulla, se non quando la Stampa è in perdita. Ma per la famiglia Agnelli-Elkann controllare il primo quotidiano italiano può tornare utile contro gli avversari, almeno finché si vive nel paese. Eppoi è anche un legame in più con Monti, di sicuro  è prestigio: oltre al Corsera (e la Stampa ereditata), il “ragazzino” è azionista dell’influente Economist, ottimo investimento dal punto di vista politico e finanziario, essendo l’unico periodico al mondo su carta che va a gonfie vele. Charlie Chaplin diceva dell’Avvocato che “il successo lo rende simpatico”. Discutibile, ma nulla a che vedere con Elkann e Della Valle. Meno che mai con scarpe e parafanghi.  twitter@fpatfpat

Lascia un commento