La Ferrari di Alonso corre in salita nel gran premio di India. Via dalla terza fila. In pole sarebbe stato inquadrato meglio il fregio della marina militare italiana che la Ferrari ha voluto indossare per ricordare la carcerazione di 8mesi di due nostri marò. La giustizia indiana li accusa dell’omicidio di due pescatori in acque locali,  l’Italia contesta che i fatti sono avvenuti in acque internazionali e chiede il processo a casa per i due militari. Una brutta storia per tutti, a cominciare dalle prime vittime.

Il ministro degli Esteri indiano ha protestato per il gesto della Ferrari. Lo stesso ha fatto il capo della formula uno Bernie Ecclestone , anche se qualsiasi parola di uno che si professa ammiratore di Hitler vale zero. Silenzio da Ratan Tata, il boss dell’omonimo  gruppo indiano che siede nel cda di Fiat e che, proprio in questi giorni, ha coinvolto il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo nell’offerta di acquisto da 1,9 miliardi di dollari. del 40% del gruppo del lusso Orient Express (Montezemolo partecipa con solo 100 milioni…).

Ma la Ferrari, simbolo mondiale del Made in Italy, perché si muove solo per i marò, di fatto criticando la giustizia di un paese democratico? Sono d’accordo con il giudizio negativo di Giuliana Sgrena che qui riporto.

Commenti
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    Mi spiace ma non sono d’accordo..ma d’altronde siete comunisti…

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    “Mi dispiace ma non sono d’accordo” su cosa? Sul fatto che ANCHE i militari – quando sono accusati di duplice omicidio – debbano subire un regolare processo?

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    che un futuro capo-popolo come montezemolo abbia scelto di sfruttare la vicenda dei due marò (che, ricordiamolo, indipendentemente dal fatto che sia accaduto in acque indiane o internazionali, hanno sparato ed ucciso dei pescatori indiani) per attirar su di se i riflettori della cronaca non mi stupisce affatto. come non mi stupisce che quel maledetto adesivo venga descritto come simbolo di denuncia senza, appunto, ricordare che i due sono trattenuti per omicidio, non per furto di polli.
    lo spessore culturale del nostro paese è ormai sottilissimo. trasparente.
    se pensarla così significa essere comunista, allora lo sono. e rivendico il mio comunismo.

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    non e’ una questione di comunisti o non comunisti, i militari sono accusati dell’omicidio di due pescatori, cosa dovrebbe fare la giustizia indiana? grazie arrivederci?

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    Fateci caso. L’eternocandidato alla guida del paesello LCDM mica fa le cose per caso. Si spende in ricerche di mercato, da quelle parti.
    E’ una storia che evidentemente tocca nervi sensibili, solo apparentemente sopiti negli italiani… la marina miltare, i nostri eroici soldati, l’orgoglio nazionale ferito da barbari presuntuosi e sicuramente giustizialisti… Ah, se ci fosse ancora LUI!

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    Sono personalmente contrario ma ben comprendo il gesto di CDM (o chi per lui), che rimane comunque legittimo comunque la si voglia pensare.

    Faccio comunque notare che quello che il Governo chiede (e la Ferrari auspica) è comunque il semplice rispetto dei trattati internazionali.
    Quello che però si può sospettare è che un processo in Italia potrebbe essere una farsa…

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    Posso chiederle come fa a definire “democratico” un paese che non rispetta i trattati internazionali?

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    La discussione sui paesi “democratici” è piuttosto complessa, soprattutto quando si parla di rispetto di sovranità e trattati internazionali. Per l’India, mi limito a risponderle così: non mi risulta che lì governi una dittatura. Questo non esclude che la vicenda dei marò abbia assunto toni discutibili, ultimo l’ennesimo rinvio di una sentenza. Cordialmente fp

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    i fatti che Lei mette a confronto, o comunque fa riferimento, NON sono “omogenei”. Tenendo ben presente che Lei è una giornalista e che, come tale, deve per etica professionale e per coscienza morale ricercare la verità e divulgarla, Le chiediamo:
    – È in sua coscienza e per le notizie in suo possesso, in qualità di giornalista, veramente convinta che i marò italiano hanno realmente sparato verso l’imbarcazione dove sono stati uccisi i pescatori indiani?
    – Non Le sembra che il gesto della scuderia Ferrari avrebbe avuto lo scopo di sensibilizzare la liberazione (oseremmo anche dire “salvezza”) di connazionali ingiustamente trattenuti da un paese straniero in beffa agli accordi internazionali in materia?
    Ci dispiace, ma riteniamo che Le sue esternazioni non possono in alcun modo essere condivisibili.

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    Il fatto che siano stati i due marò a uccidere per errore i pescatori indiani è ammesso dagli stessi militari. Il contenzioso è su dove sia avvenuto: in acque internazionali per l’Italia, in acque indiane per le autorità locali. Ancora: i messaggi che vengono dallo sport hanno una potenza straordinaria, ricordate gli appelli per la liberazione di Giuliana Sgrena sulle maglie dei calciatori a cominciare da Totti? Alla Ferrari è stato soltanto obiettato perché non avesse pensato a un gesto simile di solidarietà anche per l’uccisione del nostro agente Calipari in missione in Iraq da parte di militari statunitensi a un posto di blocco. Infine, per i due marò detenuti ancora in India, penso che gli ultimi segnali siano distensivi. E’ stata concessa loro una licenza, sono rientrati al termine rispettando gli accordi. Credo che oggi possano contare un po’ di più sui buoni uffici di Ratan Tata, una sorta di Gianni Agnelli indiano e in affari anche con il gruppo Fiat, che un mese fa ha lasciato la guida dell’omonimo colosso industriale per andare in pensione e dedicarsi (oltre che a controllare da dietro le quinte le attività del gruppo) a opere di filantropia. Per la vicenda marò, potrebbe rivelarsi il migliore degli ambasciatori possibili.
    Cordialmente fp

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