Go forward, andiamo avanti dice Barack Obama alle 7,30 del mattino ora italiana dal quartier generale di Chicago nel giorno della sua rielezione. Obama ha vinto e, per quel che riguarda i temi di questo blog, ha vinto su tutta la linea dell’auto. In particolare negli stati della Rust Belt, la cintura delle ruggine della deindustrializzazione degli anni ’80, nel cruciale Ohio degli swing state e nel Michigan, di cui l’avversario Mitt Romney è figlio incompreso, stato in cui un candidato repubblicano non vince dal 1988.

Nemmeno Romney l’ha capito: a Detroit e dintorni non ha speso un dollaro di pubblicità radio e tv, pensando chissà di averlo in tasca. Mentre i soldi che ha speso nell’Ohio per spot sbagliati, come quello in cui faceva annunciare falsamente il trasferimento della produzione Jeep da Toledo in Cina, gli si sono rivoltati contro. Obama, invece, ha incassato il voto del’auto e dei suoi lavoratori, da lui salvata con 60 miliardi di dollari di aiuti pubblici. Un enorme  investimento con ritorno. Qui un editoriale a caldo del New York Times, che sottolinea quanto sia stato importante per la rielezione questo bailout. Bene così, go forward.

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