Volkswagen ha appena annunciato che, dal primo ottobre 2015, il nuovo presidente del marchio sarà Herbert Diess, 56 anni, fino a ieri responsabile dello sviluppo di Bmw. La nomina è ricca di significati.
Il primo: per la prima volta nella sua gestione, Martin Winterkorn compie un passo indietro. L’ingegnere di ferro e indiscusso numero uno del gruppo (padre padrone Ferdinand Piëch escluso ovviamente) manterrà la carica di CEO dell’intero gruppo Volkswagen, lasciando però lo scettro del comando del marchio simbolo. I numeri non positivi annunciati anche a novembre potrebbero aver forzato in qualche modo il cambio della guardia. Insieme a dati finanziari che diverse volte, come si può leggere qui, abbiamo giudicato non completamente positivi. La nomina di Diess sarà “normale avvicendamento” , come diranno a Wolfsburg, ha però l’aria di una conferma che qualcosa in Volkswagen continua a non andare.
Secondo punto: c’è odore di un passaggio di consegne più ampio. Il candidato numero uno alla successione a capo del Gruppo al posto di Winterkorn (contratto in scadenza a fine 2016) ora sembra diventare lo stesso ingegner Diess. Tanto più se in possesso di quella esperienza che tanto piace a Wolfsburg e a Herr Piëch: lo sviluppo dei prodotti.
La notizia potrebbe suonare come una bocciatura per due manager in corsa per lo stesso posto. Uno è Rupert Stadler, boss di Audi di cui si è parlato spesso quasi come di un predestinato. Un uomo di grandi capacità finanziarie e di vendita ma senza la necessaria (per i tedeschi) formazione ingegneristica: non è un caso che abbiano deciso di affiancargli, come responsabile della ricerca e dello sviluppo, Ulrich Hackenberg, storico ingegnere e fedelissimo di Winterkorn e Piech. E chissà che a Stadler venga imputato il mancato decollo del marchio sul mercato americano.
Il secondo è il giovane delfino Christian Klingler, membro del Board e responsabile del marketing e vendite di Volkswagen, che sembrava poter contare sul fatto di essere austriaco come Piëch: per lui dovrebbero aver pesato l’assenza di formazione tecnica e soprattutto i risultati non brillanti del marchio negli ultimi mesi (male in Brasile, Russia, Stati Uniti). Avanti un altro?
[…] non è più sicura per nessuno (prima via il capo del marketing e quello della produzione, poi la guerra di successione generata dall’arrivo di un nuovo presidente del marchio VW da Bmw) a tremare è anche quella […]