Fiat Volkswagen, l’ultima sfida è sul lavoro. Martin Winterkorn, amministratore delegato del gruppo tedesco, ha detto che non “ridurremo le capacità in Europa ma le conserveremo”, nonostante la crisi dei mercati del Vecchio continente. A distanza di sei mesi esatti, Winterkorn torna a competere pubblicamente con Sergio Marchionne che, il 30 ottobre scorso, aveva annunciato che non chiuderà fabbriche Fiat nonostante la perdita di 787 milioni di Fiat in Europa nel 2012. Tra Fiat e Vw è scontro totale da quando Ferdinand Piech, il grande vecchio del gruppo di Wolfsburg, ha più volte sfidato Marchionne a vendere l’Alfa Romeo, con l’accusa implicita di incapacità a gestire e rilanciare il marchio del biscione. Ma che i due si tirassero la volata anche su un tema bruciante come quello del lavoro, non era scontato. Anche perché se la politica italiana ha malamente ignorato la gravità della situazione, in Germania le prossime elezioni vertono anche sulla capacità di mantenere posti di lavoro e di fare pressioni da parte pubblica.
Certamente bisogna andare cauti con entrambi. Nell’intervista alla tv austriaca ORF, Winterkorn ha detto che non seguirà l’esempio di altri costruttori. Non fa nomi, ma si riferisce a Psa, alla Gm-Opel e alla Ford che hanno annunciato la chiusura di stabilimenti. Ma ha aggiunto sibillino che se in casa Volkswagen chi ha un contratto a tempo indeterminato può stare tranquillo, per “il personale interinale, vedremo”. Marchionne, invece, non ha licenziato nelle fabbriche italiane, ma fa largo uso della cassa integrazione ovunque. E di cassa integrazione, a lungo andare, si può anche morire.