I numeri a volte sono implacabili. La strategia europea di Lexus, marchio di lusso di Toyota, è chiara: 100% ibride. Arrivare a vendere solo auto ibride. Un obiettivo non lontano: in Europa la quota delle ibride nelle vendite Lexus è del 89%, in Italia del 98%. Una scelta che però finora sembra non pagare: nei primi 4 mesi dell’anno in Europa, Lexus ha perso il 35%, in Italia nei primi 5 mesi il calo è del 27,4%.
Le ragioni sembrano evidenti: gli europei sull’alto di gamma (e non solo) continuano a preferire il Diesel. E non c’è da dargli torto: ho provato la nuova Lexus IS Hybrid e nonostante i 223 cavalli di potenza massima, l’auto non ha la sportività e il carattere “in basso” tipiche di un motore sovralimentato a gasolio. Su questo le tedesche premium hanno gioco facile. Di contro, va detto, c’è un confort e un relax di guida quasi imbattibile. Ad ognuno la sua scelta, anche se i consumatori europei, oggi, sembrano averla già fatta.
Il calo di Lexus non però è tutta colpa dell’ibrido: la gamma, rispetto alle Case tedesche, è limitata. La nuova IS darà un contributo importante, soprattutto se si riuscirà a giocare bene le carte nel campo delle flotte (c’è da far capire che guidare ibrido significa risparmiare, oltre che sui consumi, anche in termini di costi di gestione dell’auto). Ma sembra non sufficiente. In particolare manca un crossover più piccolo della RX. Almeno fino a oggi: al prossimo Tokyo Auto Show previsto a novembre, secondo le informazioni che ho, dovrebbe essere presentato il concept del nuovo modello, sviluppato sulla base della Toyota Rav4, che arriverà in versione definitiva e pronta per il lancio al salone di Ginevra nel marzo 2014. Il nuovo crossover è fondamentale anche per mantenere alti i profitti (penalizzati finora dal caro yen e ora in crescita ora grazie soprattutto all’Abenomics). Le vendite, oltre che a calare, si stanno riposizionando verso il basso per colpa della crisi (downsizing strutturale): la più piccola CT pesa circa il 40% in Europa e il 60% in Italia nelle vendite Lexus.
Ma tant’è, le ibride anche in Europa, complice le normative Euro 6 e future, sono destinate a crescere sempre di più proprio ai danni del Diesel … ride bene chi ride ultimo?
[…] Via: Carblogger.it […]