Il presidente della Fiat John Elkann è più lungimirante di quanto abbia dato finora a vedere. Dell’auto gli frega fino a un certo punto: la crisi spazza via i mercati e distrugge valore, tanto vale dare mano libera a Sergio Marchionne e vedere l’effetto che fa. Pessima la prima con la cancellazione di Fabbrica Italia e di 20 miliardi, dubitativa la seconda ma c’è tempo per essere anche  smentito.  Tanto vale, ragiona l’erede Agnelli, essere pronto a diluire la quota di controllo se il manager riuscisse con Chrysler e tutto il resto.

Della carta, intesa come giornali e potere, a Elkann frega molto di più. In sequenza: nel 2009 si compra un po’ di Economist (il più influente periodico economico mondiale), si batte come un leone per scegliere (insieme a Giovanni Bazoli) il direttore della Corriere della Sera e un anno fa anche l’amministratore delegato di Rcs, Pietro Scott Jovane (pescato in Microsoft) , si mette di traverso in Rcs sulla strada di Diego Della Valle, quatto quatto si porta a casa il 20,1% del gruppo editoriale. E per non sapere né leggere né scrivere, entra nel cda della nuova società editoriale di Rupert Murdoch.

In Rcs raddoppia, anche se di mestiere non fa l’editore.  Spende e spande per giornali e per la Juventus, ma non tira fuori un euro in più per la Fiat. Chissà di che umore è Marchionne. Pure bastonato in borsa nello stesso giorno in cui  il fratello di John, Lapo Elkann, esordisce a Piazzaffari con pinne fucili e occhiali di Italian Independent e fa il botto. Con un moltiplicatore che nemmeno Luxottica. Che mondo.

 

ps oggi 2 luglio il Sole 24 ore si accorge di quanto segnalavo domenica sull’esordio di Lapo in borsa. Dagospia lo riprende e qui incollo

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/il-sole-bolla-lapo-italia-independent-vale-in-borsa-83-volte-gli-utili-siamo-58730.htm

Commenti
Lascia un commento