L’anno di picco è stato il 2005. Da allora gli americani hanno preso a guidare sempre meno chilometri in un anno, e a fare meno domande per la patente fino a ridurre entrambi i numeri del 9%. Nel 1983 il 92% dei ventenni guidava; oggi il numero è sceso all’81%. La caduta diventa precipitosa se si guardano i numeri fatti registrare dai sedicenni al volante, i quali sono dimezzati (dal 46 al 28%) negli ultimi trent’anni.
L’America sta rallentando la velocità, almeno per quanto riguarda la marcia in automobile. Molto dipende senz’altro dalla velocizzazione di altre forme di comunicazione oggi possibili grazie all’evoluzione dell’elettronica. Un ruolo importante avrà anche il ritorno nei centri urbani di chi per decenni era fuggito verso le cerchie sempre più lontane della periferia. Ma alla radice, come mostrano i dati raccolti dalla società di investimenti Doug Short of Advisor Perspectives, c’è una disaffezione molto marcata nei giovani della generazione X nei confronti dell’auto. Il suo possesso non è più un valore sociale, e infatti fioriscono le varie forme di car sharing e proprietà divisa. Persino il vantaggio di guidare da un punto A a un punto B in assoluta autonomia si infrange sull’altare della connettività 24-7. Perché perdere tempo al volante quando si può sedere su un mezzo pubblico, e restare focalizzati sullo schermo di un tablet, o di un iPhone per l’intero tragitto?
A preferire l’auto negli Stati Uniti (ma da quanto leggo anche da voi in Italia) sono infatti i consumatori più anziani (la fascia tra i 55 e i 64 ha rilevato da quella 35-44 nell’ultimo decennio il testimone nella classifica dei gruppi di età che comprende più potenziali acquirenti) e quelli che non dispongono di smartphone e laptop. Due categorie in reciproca e progressiva estinzione, perché le prossime generazioni di anziani saranno sempre più alfabetizzati nell’elettronica.
Teorie disfattiste o sciatto catastrofismo ambientalista? No, è stato il signor Bill Ford l’anno scorso al Congresso Mondiale della Mobilità di Barcellona a dire che nel futuro il possesso personale di un veicolo diventerà indesiderabile e obsoleto, e che al suo posto “la telecomunicazione ci aiuterà a creare un sistema integrato di trasporto pubblico e privato, guidato dal criterio dell’efficienza piuttosto che dall’anarchia della guida solitaria dei nostri giorni”.
Ora se tutto questo è vero, perché io non riesco a dissuadere la mia figlia sedicenne dalla sua voglia bruciante di patentino, che la compagnia di assicurazione mi ha già annunciato, raddoppierà il costo dell’attuale polizza?
Buone vacanze a tutti, a chi si muove e a chi resta.