Il semplice gesto di accendere il cellulare vuole già dire oggi aprire la porta della nostra privacy. Se siamo oggetto di indagine d esempio, la polizia è in grado di seguire i nostri spostamenti o di ricostruirli in un secondo momento. Allo stesso modo i pubblicitari d’avanguardia stanno affilando i gigabytes necessari per far balenare sullo schermo di uno smartphone l’offerta di uno sconto irrinunciabile, proprio mentre transitiamo di fronte alla vetrina di un negozio. Perché allora non provare ad usare la stessa tecnologia per prevenire un incidente stradale in arrivo?
La Honda questa settimana ha annunciato che ci sta provando. I suoi laboratori di ricerca in Giappone e negli Usa hanno mostrato un sistema di comunicazione integrata tra il chip di un telefonino e quelli installati a bordo di un’automobile o di una motocicletta. Dallo scambio di informazioni tra i due si può concludere che il pedone si sta avvicinando in modo pericoloso al veicolo, o viceversa. E’ il caso classico di un passante che sbuca da dietro un furgone parcheggiato, o del bambino che corre nella strada per inseguire la palla.
Se traiettoria, velocità e prossimità corrispondono ai criteri algoritmici che sono stati fissati per identificare il rischio di un investimento, un messaggio di allerta viene immediatamente proiettato sull’head up display della vettura e sullo schermo del telefono mobile. E se il guidatore non risponde in tempo utile all’allarme, la stessa centralina dell’auto può azionare i freni per un arresto immediato.
Attenzione, il pericolo non è rilevato da un’indagine visiva o della lettura di un radar, ma dal monitoraggio continuato da parte del Gps. Siamo quindi passati dal principio di causa-effetto che in passato regolava la sicurezza (la videocamera vede l’ostacolo, quindi scatta l’allarme), ad una sostanziale scommessa (sulla base dei dati disponibili, si conclude che c’è un alto numero di probabilità…). Quest’ultimo è un passaggio epocale, che sta rivoluzionando l’intero campo dell’analisi e della prevenzione, dagli attacchi terroristici allo scoppio di epidemie sanitarie.
Come accade in ogni scommessa, per sperare di vincere bisogna ridurre il rischio quanto più possibile vicino allo zero. Prima che il sistema sia messo a punto e pronto per essere usato, bisognerà ripulirlo da errori, interferenze e possibili cadute di campo di lettura. La Honda pensa di poterlo fare entro la fine del decennio. Nel frattempo, sarà opportuno controllare il buon funzionamento del clacson, e continuare ad avvertire i passanti distratti nelle vecchia maniera: strombazzando.