Vendere mobilità e non più solo automobili. Che, per altro, oggi non si vendono, né sembrano essere oggetto di desiderio per molti giovani. Sarà un affare? La rivista InterAutoNews lo ha chiesto ai concessionari italiani di tutte le marche, raccontando i risultati qui a Rimini, all’evento H2R nell’ambito della manifestazione Ecomondo. La risposta? La mia lettura dei dati è: ni.

Se il 62% degli interpellati naturalmente vede la necessità di una “attività commerciale specifica” per la green economy, quando si va a specificare quali possano essere i “prodotti di interessi nel green business”, le risposte danno alla voce “mobilità” solo il 16% dei consensi.  E se è vero che il 39% è “strutturato per vendere mobilità”, vuol dire che tra il 1 6 e il 39, in molti non ci credono.

Non solo. Tutto viene rimandato a un futuro prossimo che tanto prossimo non è se, a domanda specifica, il 65% degli interpellati mettono una crocetta su “entro 10 anni”. Un tempo lunghissimo ma molto italiano, considerando che il paese è fermo anche nei confronti dell’Europa. Purtroppo.

Ma poi che significa vendere mobilità? Le risposte dei concessionari si concentrano al 66% su servizi di noleggio e di car sharing, il 2% non risponde, solo il 7% pensa a vendere una mobilità integrata con i mezzi pubblici. Allora, il green business aumenterà il vostro fatturato, chiede InterAutoNews? “Del 10,2%”, la risposta.

Il 10% del fatturato non è granché, anche se di questi tempi molti se lo sognano, e non solo nell’automotive. Credere poco in una nuova mobilità o comunque nell’occasione che prospetta è un segno di ritardo culturale, oltre che di forte preoccupazione per un business oggi in drastico calo che manda a casa operatori e famiglie. Ci vorrebbe un piano nazionale, un impegno della politica forte e chiaro. O forse  meglio rimboccarsi le maniche e investire in proprio sul futuro? Perché il problema di questo paese sta esattamente nell’aver sempre demandato tutto alla politica, e quando la politica è crollata, il disastro è diventato collasso. Oggi siamo a questo e con questo bisogna fare i conti, nell’auto e non solo.

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