Un tempo si moltiplicavano i pani e i pesci. Oggi le Mini e le 500. Il miracolo si è avverato per la marca inglese di proprietà tedesca ricavando da un solo ceppo,  in dodici anni e due generazioni, una famiglia composta da ben sette modelli. In realtà, il grosso dei volumi di vendita lo fanno in due: la hatchback, cioè l’originale, e la Countryman. Ma come dice Franz Jung, presidente di Bmw Italia, “è importante avere fratelli e sorelle” che tengano alta un po’ in tutte le nicchie la bandiera della marca.

Per non essere da meno, visto il grande successo della riedizione moderna del “Cinquino”, Fiat ha imbastito tutte le variazioni possibili sul tema. E non è finita, perché dopo la Cabrio e la 500L, la Living e la Trekking, si annuncia a breve l’arrivo di una Cinquecentona provvisoriamente siglata X.

Tanto movimentismo, per dirla tutta un po’anomalo negli ultimi tempi al Lingotto, non poteva non suscitare la reazione dei rivali anglo-tedeschi. Difatti, come mi ha confermato Peter Schwarzenbauer, responsabile della marca e membro del board di Bmw Group , con la terza serie ormai prossima al debutto i posti macchina nel garage di Mini saliranno quantomeno a 8. E se il mercato dovesse rispondere bene potrebbero arrivare a 10, grazie alla flessibilità di un pianale che darà modo di spaziare fra i 3,8 e i 4,5 metri di lunghezza.

Avete letto bene: una Mini di 4 metri e mezzo. Quanto una berlina di medie dimensioni.  Tanto che vien da chiedersi cosa possa rimanere, su questa misura, dello spirito Mini, sia nel senso del modello sia in quello letterale del termine. Ma non staremo a sottilizzare troppo. Nel campo dei miracoli, come è noto, tutto è possibile …

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