L’abbiamo vista tante volte che ormai la memoria di John Fitzgerald Kennedy gli è associata in modo indelebile nella nostra mente. La Lincoln Continental Convertible SS blu del 1961 sulla quale il presidente viaggiava per le strade di Dallas la mattina del 22 di novembre del 1963, è di per sé l’immagine del lusso, del potere seducente e della leggera spensieratezza che l’America aveva fino a quel giorno. E che tre colpi di fucile Carcano 91/38 hanno cancellato per sempre.

Il servizio segreto americano che le aveva affibbiato il nome in codice X100 l’aveva acquistata dall’officina Hess & Eisenhardt di Cincinnati, dove la vettura originale costruita dalla Ford era stata tagliata, allungata di un metro, imbottita e rivestita di pelle, e poi equipaggiata di radio, sirena, e di quelle enormi maniglie che gli agenti usarono per issarsi sul cofano posteriore subito dopo l’attentato. Ci si meraviglia ancora oggi che non fosse stata resa a prova di proiettile, e ci si rammarica che la copertura di plexiglass pronta per essere montata all’aeroporto fu scartata all’ultimo momento, quando fu chiaro che non sarebbe piovuto sulla parata.

Pochi invece sanno cosa è ne è stato della limousine dopo quel giorno. Fu trasportata a bordo di un cargo nella base dell’aviazione di Andrews, e da lì nel garage della Casa Bianca, dove gli investigatori la studiarono per anni, fino alla pubblicazione del rapporto Warren. Poi fu rispedita a Cincinnati per il restauro, anche se la destinazione finale non era il museo.  Fu irrobustita da piastre di titanio nelle portiere e da acciaio anti granata tra le longarine del telaio. Poi fu dotata di un tetto rigido permanente, ed equipaggiata con un motore capace di muovere le cinque tonnellate di peso dopo la trasformazione. Infine tornò a far parte della flotta presidenziale di Johnson, e poi Nixon e Ford per i successivi tredici anni.

Le trasformazioni richiedevano anni di tempo, la cultura museale era ancora agli albori negli Usa, e il senso della praticità dettò la malaugurata scelta. Lyndon B. Johnson odiava quella limousine e cercò per quanto possibile di evitarla, anche se le aveva fatto cambiare il colore in un nero diplomatico, meno frivolo e più adatto alla storia che si portava sulle ruote. Johnson chiese che almeno il finestrino posteriore potesse essere abbassato tra le lastre di titanio per permettergli di essere visto. Nixon volle l’inserimento sul tetto di un sun roof trasparente dal quale esibirsi durante le sfilate.

In questo assetto la Lincoln dopo il pensionamento è stata acquisita dal museo Ford di Dearborn, e ancora oggi può ancora essere vista dai visitatori. Non si muove da 35 anni. Il cristallo anteriore è stato rimpiazzato, mentre l’originale danneggiato dai proiettili è finito al National Archives di Washington. Ad averla di fronte esercita ancora un enorme potere evocativo, come di fronte ad un monumento che commemora una delle pagine più significative del secolo scorso.

 

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