Va bene che criticare l’Italia è facile, e spesso doveroso, ma questa volta l’Unrae esagera. Romano Valente, direttore dell’associazione delle Case estere in Italia, ha commentato così i dati del mercato europeo 2013 in un comunicato stampa ripreso da molti giornali: “Difficile non rilevare che 100.000 delle 220.000 unità perse dall’Europa sono del mercato italiano”, facendo riferimento alla differenza fra i 12,3 milioni di auto vendute nel 2013 e i 12,5 del 2012. Un’analisi fuorviante.

Perché associa un dato complessivo – in cui perdite e guadagni dei singoli Paesi si compensano a vicenda – al dato sul calo d’immatricolazioni nella singola Italia. Se facciamo i calcoli sul serio scopriamo che nel complesso i mercati in rosso accumulano perdite per quasi mezzo milione di unità: “colpa” dell’Italia per circa 100 mila unità, ma anche la Germania e la Francia hanno fatto la loro parte, con perdite di 130 e 108 mila unità rispettivamente. Per fortuna ci hanno pensato le 290 mila auto immatricolate in più nel Regno Unito e – in misura minore – in Polonia, Portogallo e Spagna a contenere la perdita.

Certo, l’Italia è uno dei mercati che è calato di più in termini relativi, ma addossarci la responsabilità di metà delle perdite europee è troppo. Un quinto basta e avanza.

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