Mesi di anticipazioni, la presentazione stampa, i Saloni, il battage pubblicitario, l’addestramento di concessionari e meccanici. E poi, dopo appena quattro anni e mezzo dalla commercializzazione, l’ibrida Insight scompare silenziosamente dal listino italiano della Honda. Così silenziosamente che non se n’è accorto quasi nessuno: dopo l’exploit degli anni degli ecoincentivi, la Casa giapponese ha semplicemente lasciato che il modello cadesse nel dimenticatoio, per poi cancellarlo dal mercato lo scorso ottobre.

Lo stesso aveva fatto, appena qualche mese prima, con un’altra ibrida, la piccola coupé CR-Z. La motivazione ufficiale? I volumi di vendita trascurabili e la volontà di concentrare le risorse sui modelli prodotti in Europa (UK), cioè Civic, CR-V e Jazz, piuttosto che su quelli importati dal Giappone.

Però, che peccato. Non che la Insight fosse un’auto da far girare la testa, ma era un’ibrida compatta e versatile, proposta a un prezzo ragionevole, fra i 20 e i 23 mila euro: insomma, aveva tutte le carte in regola per giocarsela con le concorrenti. E invece è stata abbandonata a se stessa, senza aggiornamenti e senza campagne promozionali, così che l’anno scorso, nell’intera Europa, è stata immatricolata in appena 1.200 esemplari.

Il disimpegno della Honda da un segmento in cui aveva costruito una storia e una posizione – a listino, da noi, rimane solo la Jazz Hybrid – è una mossa difficilmente comprensibile, tanto più in un periodo in cui tutti i maggiori costruttori mondiali stanno intraprendendo la via dell’ibrido. E ancor più sorprendente in Italia, Paese in cui, nonostante la crisi e l’assenza di incentivi statali, le ibride stanno vivendo un vero boom, con vendite più che raddoppiate nel 2013, quota di mercato per la prima volta sopra l’1% e quasi 15.000 unità immatricolate.

Ma forse, a ben vedere, il nodo sta proprio in questo numero: di 15.000 ibride vendute, oltre 12.500 erano Toyota – fra Yaris, Auris e Prius – e più di mille erano Lexus. Evidentemente, nell’ibrido, il gruppo Toyota ha deciso di investire davvero, mettendoci energie e denaro. La Honda, invece, sembra non crederci fino in fondo, e se non ci crede la Casa, perché dovrebbero farlo i clienti?

Lascia un commento