Sotto il sole d’agosto mi cade l’occhio sulla semestrale di Bmw e mi sale la temperatura. Il gruppo di Monaco ha chiuso la prima metà dell’anno con un margine operativo del 10,7%, addirittura dell’11,7% nel secondo trimestre, vendendo in sei mesi più di un milione di veicoli per la prima volta.

Vado a controllare cosa hanno combinato i rivali tedeschi del premium e mi accorgo che sono rimasti nello specchietto retrovisore. Nello stesso periodo Audi  ha fatto il 10% di margine operativo, Mercedes si è fermata al 7,5%. La Stella dovrebbe andare meglio nel secondo semestre grazie a più ordini della grande Classe S, super redditizia. Nessuno però si può lamentare, meno che mai se sbirciano in casa dei cugini tedeschi di Volkswagen.

Tutti e tre i costruttori continuano a fare soldi a palate  negli Stati Uniti e in Cina. In Cina però dovrebbero stare in campana. Il governo sta sanzionando per pratiche commerciali illecite Audi e Chrysler, Mercedes sembra la prossima e chissà chi altri, ma comunque in alto. Ho il sospetto che questa storia abbia una relazione con la campagna in corso contro la corruzione nel Partito, che sta avendo effetti sui beni di lusso, cioè “regali” per i corrotti.

Secondo il Quotidiano del Popolo, le vendite di questi beni hanno avuto una caduta del 58% nel 2013 e si prevede un -80% quest’anno. Orologi, moda maschile, cognac in primis. Ma ogni volta che a Pechino o a Shanghai qualche testa di papavero cade, nel garage gli hanno sempre trovato auto di lusso.

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