Fiat Panda e Ford Fiesta sono due icone dei mercati europei, sempre nelle hit parade da decenni. La Panda è seconda (dopo la 500) nel suo segmento in Europa e prima in Italia, la Fiesta è seconda in Europa dopo la Golf e in Italia al terzo posto nel segmento B dopo anni di primato assoluto quale auto straniera più venduta nel nostro paese. Ma più pop di loro – nell’immaginario dei consumatori soprattutto italiani – non c’è nessuno: “Italy, land of Panda“, come dice Fiat scimmiottando Audi, in uno spot tv in onda in questi giorni.

Però la crisi è crisi: Fiat sospenderà la produzione della Panda a Pomigliano per una settimana dal 16 al 27 ottobre, la Ford ha annunciato che ridurrà la produzione della Fiesta a Colonia nel quarto trimestre.  Il motivo è lo stesso: domanda debole. Eppure: se la Panda in Europa ha perso nel primo semestre il 7,3%, la Fiesta è addirittura cresciuta del 9%.

C’è da dire che la concorrenza è sempre più spietata, che in tempi di recessione e di deflazione i prezzi si abbattono e a volte si aspetta ancora a comprare perché non si sa mai quale sconto si otterrà domani, che non si fanno più margini con questi modelli.

C’è da dire pure che la Panda a mio parere è quanto di meglio ci sia oggi nel segmento A, e vediamo come reggerà all’assalto della nuova Renault Twingo. Mentre la Fiesta è un’altra auto su cui c’è poco da discutere, zero discussione se poi è dotata del pluridecorato tre cilindri benzina che è eccellenza in piccolo (posso dirlo con cognizione, dopo aver provato tutti i tre cilindri disponibili oggi sul mercato).

E allora? Panda e Fiesta tempi cupi, che pagheranno soprattutto i lavoratori di Pomigliano e di Colonia.

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