Qual è lo stand che mi ha colpito di più a Parigi? Quello della Lancia. Non è una battuta: ho risposto proprio così ad un collega. Nel senso che osservandolo con gli occhi di un appassionato di auto, ho provato un mix di sensazioni molto singolare. Tristezza per com’è stata ridotta la gamma di questo marchio; ammirazione per la fantasia che continuano ad avere le persone che vi lavorano e che devono cucinare salse sempre nuove per condire l’unico prodotto oggi vendibile: la Ypsilon.
A Parigi c’è la serie speciale ELLE, ennesima variazione sul tema femminile. Ma soprattutto c’era come sempre uno stand curatissimo che sarà costato un occhio della testa. Cui prodest? Fino a quando avrà senso spendere milioni di euro per tenere un vita un marchio ombra di se stesso?
Chissà se ci ha pensato anche Sergio Marchionne notando che proprio in quest’edizione del Salone di Parigi è sparito un altro brand illustre: Chevrolet. Le ragioni degli americani sono note: alla fine del 2015 lasciano definitivamente il mercato europeo. Ma in FCA non hanno idee tanto diverse. Lancia non è stata neanche citata nell’ultimo piano industriale presentato da Marchionne (leggete qui)
Non la vedo bene, per quanto sentendo le dichiarazioni della responsabile del brand, pare che a settembre dell’anno prossimo ci sarà “un’importante rivisitazione di prodotto” e si festeggeranno i 30 anni della Ypsilon … Ma questa non è la Lancia. E allora è meglio riderci su:
tre lancia tema ho consumato nella mia vita; una lancia delta e una lancia musa con cambio automatico… non facevano brutte macchine; l’ultima l’ho dovuta dare alla toyota yaris, perche la centralina del cambio diceva: “avaria motore” anche se non era vero…
peccato! ricomprerei la mia musa, se la rifacessero. dino galiazzo