Il rombo della sesta edizione della Golf GTI non proviene dal motore, ma dal Soundaktor che i tecnici della Volkwagen hanno installato all’interno della vettura, collegandolo all’impianto stereo. Stesso discorso per il ruggito della nuova Ford Mustang, confezionato digitalmente a beneficio dei viaggiatori. E’ bastato che il giornalista di Road and Track Jason Cammisa sfilasse il fusibile del sistema audio dal pannello, per sentire il nitrito del famoso puledro ridotto al raglio meccanico di una motosega.
Se il motore è il cuore di una vettura, come ama ripetere il mio filosofo-chirurgo-meccanico Arturo, perso come è in una visione antropomorfica dell’automobile, il suono della meccanica in movimento deve esserne la voce dell’anima. Ne sanno qualcosa i progettisti di Ferrari e di Porsche, che da decenni studiano la dinamica e il percorso del suono che arriva alle orecchie del conducente di un’auto sportiva.
Una cosa però è lavorare sulla timbrica sonora delle marmitte; ben altra è confezionare al computer suonerie da urlo, in grado di rievocare i tempi spensierati della combustione senza limiti e senza preoccupazioni ecologiche.
Il problema per i costruttori è esattamente questo. Il turbo dell’EcoBoost della Mustang, così come il biturbo accoppiato al V8 della BMW Serie 5 in corso di sviluppo a Monaco, risparmiano carburante spingendo sull’induzione. L’effetto collaterale è una diminuzione della pressione sulle valvole, e quindi una tonalità più bassa nell’emissione sonora del motore, che viene poi corretta con l’acustica dell’impianto stereo.
Mi auguro che queste sinfonie del Soundaktor della Volkswagen e dell’Active Noise Control della Ford siano coperte da brevetto. Quanto ci vorrà prima di vedere apparire un’app per la simulazione del 12 cilindri della Berlinetta a bordo di una Panda? E gli amanti dell’opera vogliamo davvero lasciarli senza l’opzione di un V6 che suona l’ouverture della Traviata?
La tentazione all’ironia è troppo facile. Mi limito solo a notare come il futuro dell’auto vada ormai inesorabilmente verso il silenzio totale della meccanica (elettrico, autopilota), mentre il focus group di consumatori che la Ford ha consultato durante la progettazione della Mustang sembra ancora stregato dalla nostalgia dell’asta e bilancieri.
Ci dimentichiamo della i8 Bmw, auto elettrica in grado di esibire – anche all’esterno, a beneficio dei pedoni – uno sfolgorante sound da otto cilindri… La prima volta che l’ho incrociata credevo di avere le traveggole!