Carlos Tavares guida il gruppo Psa in modo spericolato. In un solo anno, sta rimettendo a posto i conti fin qui in profondo rosso. In una lunga e piuttosto interessante intervista ad Automotive News Europe, Tavares spiega bene cosa fa e cosa ha in mente nel prevedibile futuro. La chiave di volta è una: punta sulla profittabilità e non sui volumi, dimezzando modelli e tagliando costi. Per usare le sue parole: “What’s the point of selling tons of cars while you’re losing money?“.
Per i numeri clamorosi raggiunti da Tavares, rimando ancora ad altro articolo del direttore di Automotive News Europe. Segnalo però due cose, da tenere a mente mentre si segue curva dopo curva il top manager.
La prima: a domanda su come ridurrà ancora i costi per unità prodotta, Tavares a un certo punto sottolinea che dipenderà molto dalla revisione del sistema produttivo, “soprattutto nelle fabbriche francesi”. Una spia accesa che potrebbe indicare una nuova chiusura di un impianto, dopo Aulnay? Ricordo che quando Tavares stava in Renault da numero due, fosse stato per lui avrebbe chiuso e non trattato con i sindacati. Carlos Ghosn e governo francese si opposero.
La seconda: Tavares ha beneficiato dell’aiuto dello stato per il salvataggio di Psa, fatto pagare alla famiglia Peugeot con la perdita del controllo del gruppo. Il governo francese detiene il 14% di Psa (e la presidenza con un suo uomo), quota paritaria con i cinesi di Dongfeng e con la famiglia Peugeot. Se non ci fosse stato François Hollande a fare il benzinaio, Tavares avrebbe potuto forse solo mettere in moto e fare un giro dell’isolato. Ma, visti i primi risultati del top manager, il più vituperato settenato socialista della storia francese una cosa buona almeno l’ha fatta.
ps L’aiutino a Tavares ricorda per altri versi la vicenda Chrysler di Sergio Marchionne con Barack Obama. E se i due si alleassero in futuro come da rumors? Non ci credo ma titolo facile: Tout se tiens.