Il carro di soccorso stradale dell’Aci nella foto scattata a Roma sembra quello che almeno una volta nella vita ognuno di noi ha visto, quando ci è venuto a salvare da una panne. Ma questo proprio non l’avevo mai incontrato: sulla base di una Land Rover Defender modificata (con il tetto più basso, per esempio, in modo da poter entrare in tutti i garage), questo mezzo è allestito con una ricarica sperimentale dei veicoli elettrici. Insomma, se rimango a piedi con l’auto a volt perché non ho badato all’autonomia delle batterie, arriva il carro e mi dà quel po’ di energia che mi consente di tornare a casa o davanti a una colonnina di ricarica.

Non so se la proposta dell’Aci riuscirà a togliere l’ansia da prestazione a chi desidera un’auto a zero emissioni e non la compra per paura di restare a piedi, ma l’idea è geniale. E’ quello che serve per provare a migliorare la mobilità puntando sulla riduzione dell’impatto ambientale.

Vorrei vedere 10, 100, 1000 carri di soccorso dell’Aci con dentro la colonnina dell’Enel o di chiunque sia in grado di fornire assistenza di ricarica. Meglio ancora se carri modificati su veicoli a metano o ibridi, in attesa di averli a idrogeno con la loro lunga autonomia (il Defender, ahimè, ha un diesel non virtuoso…).

L’occasione dell’incontro con il carro è un accordo dell’Aci con la società Edilfar Rent perché le delegazioni Aci del centro storico di Roma si propongano come centri di noleggio di Smart elettriche e di biciclette elettriche sempre del costruttore tedesco.

La convenzione rientra nel cambio marcia dell’Aci, che sta provando a svecchiarsi virando verso la mobilità sostenibile. Era ora, aggiungo, e può fare molto di più, in accordo con l’amministrazione capitolina come sul piano nazionale in tutto il paese. Riporto quanto mi ha detto Giuseppina Fusco, presidente di Aci Roma, come un impegno d’onore per ora e domani: “Siamo qui per sostenere questo sviluppo vitale”.

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