C’è qualcosa che non torna. Per il Censis a Roma il tasso di motorizzazione è di 856 veicoli ogni 1.000 abitanti. Per dare un’idea, Parigi è a 415 veicoli, Londra a 398. Il risultato è sotto gli occhi di chi vive come me in città: il tempo medio impiegato in auto a Roma nelle ore di punta del mattino è di 45 minuti. Una congestione che oltre all’inquinamento dell’aria, vale 16 mila incidenti stradali, 20 mila feriti, circa 150 vittime e un costo sociale, stimato dal Censis, di 1,3 miliardi di euro l’anno.

Bene. Anzi male. Perché lo stesso Censis, presentando insieme all’Aniasa, l’Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici, i risultati di un rapporto sull’evoluzione della mobilità in Italia, ha stimato che nel 2030, i pendolari in Italia cresceranno dai 28,8 milioni del 2011 a 30,9 milioni. Due milioni di persone in più che si muoveranno … in auto: il 61% dei pendolari nel 2030 raggiungerà ancora il posto di lavoro o di studio a bordo di un’auto. Solo il 13,4% del pendolarismo sarà garantito dal trasporto pubblico, il 3,5% da moto e scooter e il 3,3% dalla bicicletta. Non solo. Gli spostamenti quotidiani legati al lavoro o allo studio cresceranno soprattutto nell’area romana (+25,4%).

Insomma oggi a Roma la situazione è invivibile. Nel 2030 sarà ancora peggio. A meno che qualcuno, Comune, Regione e Governo, inizi a muoversi. Subito.

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