La Bmw guadagna con il car sharing. Notizia sorprendente, sapendo che il leader mondiale del car sharing, la Daimler con le Smart di Car2go, sarà profittevole soltanto “entro il 2020”, come mi ha detto l’anno scorso il numero uno del gruppo Dieter Zetsche.

A dirmi invece che è gia profittevole DriveNow, il car sharing del gruppo concorrente Bmw, è Ian Robertson, membro del board del costruttore bavarese cui fanno capo le vendite e il marketing a livello globale. DriveNow ha mezzo milione di iscritti, utilizza auto Bmw e Mini, è operativo in cinque città tedesche (Monaco, Berlino, Dusseldorf, Amburgo, Colonia) e in quattro estere (San Francisco, Copenaghen, Vienna e Londra, nella zona nord della capitale britannica dove per altro è di casa anche il nuovo leader laburista Jeremy Corbyn).

Fiducioso di ottenere almeno una risposta con verbo al futuro, chiedo a Robertson una data entro la quale il gruppo Bmw guadagnerà con il car sharing e DriveNow. “Per noi – risponde – è un business profittevole. Abbiamo giù superato il break even nelle nostre operazioni in Germania”. Oppongo al suo sorriso un “sicuro? appena finisco l’intervista, telefono a Zetsche”, il suo sorriso si allarga, “cosa posso dirle? Abbiamo già superato il break even!”.

Calma: il car sharing di DriveNow fa soldi solo in Germania e non ancora nel resto del mondo, ma è comunque una notizia.

Tornato a Roma, mi sono ancora più simpatiche le Smart di Car2go  e le Fiat 500 di Enjoy, il car sharing di Eni con Fiat. Che purtroppo (perché Carblogger tifa per il car sharing), a quanto mi dicono, navigherebbe in profondo rosso. Più o meno il colore delle sue macchine.

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