E’ in corso in questi giorni il Ces di Las Vegas: innovazioni a go’ go’ nel mondo dell’automobile (e non solo), che nel giro di pochissimi anni sembra doversi trasformare in uno strumento di mobilità completamente diverso rispetto a quello che fino ad oggi abbiamo maneggiato. Ma le novità tecnologiche, seppur con maggiori difficoltà e minor tasso innovativo rispetto a quelle che stanno rivoluzionando il trasporto privato, hanno cominciato a farsi spazio anche nel mondo dello sport ormai da qualche anno. Troppi gli interessi economici in gioco per lasciare alla sola fallacità degli esseri umani, talvolta di non comprovata idoneità o trasparenza, decisioni determinanti per l’assegnazione di un titolo “sportivo”.

Tra virgolette perché, da diversi anni a questa parte, vincere un Superbowl o una finale di Wimbledon è forse più un fatto di show business che di sport. Abbandonando la sterile discussione  sull’ambito di classificazione di questi eventi, è più opportuno notare come nel football americano il ricorso alla moviola sia utilizzato dagli arbitri per le decisioni più controverse da prendere in tempo reale durante lo svolgimento del gioco. Anche il tennis, ormai da tempo, ha introdotto il ricorso alla tecnologia per evidenziare quando la pallina sia o meno dentro le righe: il famoso “ciclope” assiste costantemente arbitro e giudici di linea in tutti i maggiori tornei dell’ATP.

La situazione riguardo al calcio, invece, è ancora abbastanza statica. Lo sport più seguito al mondo vive di un tradizionalismo ai limiti del bigotto per cui, prima di accettare che la sovranità arbitrale venga depauperata da qualche prodotto delle nuove tecnologie, i tempi sono necessariamente lunghi.

Si pensi proprio alla moviola, alla quale l’establishment del calcio mondiale continua ferocemente ad opporsi, vuoi per le dinamiche del gioco (meno consone all’interruzione rispetto al football americano) o anche, chissà, per possibili malcelati intenti di gestione delle gare che in certi frangenti potrebbe essere comodo mantenere nelle mani degli arbitri.

Anche se segnali di cambiamento arrivano perfino dal mondo del calcio: è notizia proprio dell’ultima giornata di campionato che in Serie A è stato assegnato un gol tramite i sensori che da questa stagione vengono applicati alle sfere di cuoio e trasmettono all’orologio dell’arbitro un segnale se la palla ha oltrepassato la linea di porta.

In Chievo-Roma il gol del pareggio finale dei clivensi è stato segnalato proprio dall’input del sensore applicato al pallone, nella sorpresa generale dei ventidue contendenti che, a velocità di gioco, non si erano avveduti di quanto accaduto. Quello che sarebbe stato un classico gol fantasma, rilevato solo dopo infinite sequele di fotogrammi rallentati, che avrebbe sollevato polemiche per mezza settimana, è stato prontamente smascherato dal provvidenziale uso della tecnologia tanto invisa al decaduto Blatter.

Insomma, non sarà la vettura a guida autonoma ma è comunque in un grande passo per l’umanità… calcistica.

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