Prove di cambiamento. L’aria in casa Volkswagen sembra diversa. Almeno a sentire quella che si respira qui al CES di Las Vegas. Nelle scorse ore i tedeschi hanno presentato in una affollata conferenza (da queste parti si chiamano keynote …) al Cosmopolitan Hotel l’auto della svolta. Si chiama Budd-e, si legge baddi e ogni riferimento al mitico Bulli non è casuale. Lo spirito è lo stesso. Rompere gli schemi negli anni 60. Rivoluzionare l’immagine negativa oggi.

E’ un po’ come tornare hippie nel nuovo mondo digitale. Essere alternativi ieri, ed esserlo anche oggi. All’epoca serviva qualcosa di nuovo e innovativo che rompesse gli schemi dal punto di vista del design e delle forme, oggi è più utile concentrarsi su innovazione e tecnologia, dove Volkswagen in questi mesi è stata più esposta.

Ecco perché il concept Budd-e non ha le linee affascinanti e originali del Bulli ma può contare su una nuova piattaforma dedicata ai veicoli elettrici (i tedeschi mi hanno assicurato che non deriva dalla MQB e che sarà utilizzata da altri modelli del gruppo), con due motori, uno davanti e uno dietro, trazione integrale un grande pacco batterie posto nel pianale e un’autonomia di oltre 500 km. Senza contare il ricco elenco di dispositivi di connettività e assistenza alla guida presenti a bordo. Tecnologia pronta ad andare in strada anche subito.

Per la prima volta, a mia (scarsa) memoria, per la prima volta ad un evento così importante i tedeschi hanno mostrato di essere una squadra, un gruppo. Come ho scritto anche sul Corriere.it , non più un “one man show” con l’uomo solo al comando, ma con un nuovo CEO Herbert Diess affiancato sul palco prima da un emozionato collaboratore, poi da un ingegnere donna (assoluta novità anche questa) e da partner, che per l’occasione erano LG e Mobileye. Un segnale di discontinuità niente male. Budd-e a parte, forse il più importante.

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