La fabbrica di Termini Imerese ha riaccolto lunedì i primi 20 dipendenti. Mi ha fatto impressione vedere più giornalisti e fotografi che lavoratori. Loro dovrebbero diventare  80 entro giugno, 250 entro l’anno su un totale di 700 cassaintegrati, dopo la chiusura decisa dalla Fiat nel novembre del 2011. Lo stabilimento siciliano aveva una capacità produttiva di 60.000 unità all’anno, ma faceva perdere soldi all’azienda ogni volta che una macchina, una Lancia Ypsilon, usciva dalla linea. Marchionne ci mise una pietra sopra e da cinque anni a Termini Imerese se ne sono viste di brutte, molto brutte.

Oggi la fabbrica di Termini Imerese schiude i suoi battenti dopo un accordo del gruppo Metec con Invitalia, l’agenzia del ministero per lo Sviluppo (si attende a ore la nomina di un ministro dopo le dimissioni della Guidi). Una nuova società, Bluetec si è impegnata a costruire nello stabilimento siciliano auto ibride. Governo e Regione hanno messo a disposizione complessivamente 95,8 milioni di euro per il salvataggio dell’azienda e degli ex lavoratori Fiat. Si attende la presentazione di un piano da 200 milioni.

Termini Imerese è una occasione su cui Renzi e il prossimo ministro per lo Sviluppo devono posare una mano, per vigilare affinché questa storia diventi una cosa seria e non scivoli in un’avventura  alla prendi i soldi e scappa. Di mezzo ci sono la vita di molte persone e l’uso di soldi pubblici.

Sul destino di questa fabbrica hanno volato basso in troppi, da imprenditori come Massimo Di Risio di DR (che a un certo punto sembrava ce l’avesse fatta a prenderla), a Simone Cimino sostenuto dagli indiani di Reva, salvo poi questi essere comprati da Mahindra, alla famiglia Rossignolo guidata da Gian Mario (all’epoca ebbi una lunga telefonata di spiegazioni con il figlio), poi rinviato a giudizio l’anno scorso per il fallimento della De Tomaso. Senza dimenticare altre soluzioni non automobilistiche – dal cinema ai supermercati – più o meno fantasiose.

Fare auto ibride in Sicilia è davvero un sogno. Ma che il governo Renzi vigili davvero, magari mentre legge delle preoccupazioni e speranze dei primi 20 lavoratori di Termini (qui un link).

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