Mercoledì 21 settembre il Financial Times ha riportato la notizia che Apple sarebbe stata interessata ad acquisire il gruppo McLaren. Lo stesso giorno il New York Times rincara la dose, affermando che a Cupertino sono interessati anche ad acquisire Lit Motors, una start-up californiana che si occupa di sviluppare veicoli a due ruote elettrici.

Dopo qualche ora di speculazioni varie, McLaren ha rilasciato una dichiarazione, in cui afferma, senza se e senza ma, che l’azienda di Woking “non è in trattativa con Apple riguardo alcun potenziale investimento”. Ed è finita lì.

O, meglio, si può continuare a fantasticare, dissezionando la telegrafica comunicazione dell’azienda britannica, per cercare di capire se possono esserci stati contatti, che non vengono esplicitamente negati, oppure il tutto è stato veramente una voce messa in giro ad arte, dato che Apple ha in cassa più di 200 miliardi di dollari, e non passa settimana senza che, per fare click o vendere copie, esca una simile notizia (tra i possibili acquisti di Apple ricordiamo Netflix, Twitter, Tesla e la Formula 1).

Probabilmente il nostro tempo sarebbe meglio speso analizzando la potenziale acquisizione di Lit Motors. In questo caso, la start-up ha optato per il no comment, senza confermare o negare nulla. Sappiamo che in passato Apple ha assunto tecnici provenienti da questa azienda, oltre al fatto che Uber ha compiuto una simile acquisizione il mese scorso, comprando Otto, una start-up di San Francisco che sta sviluppando sistemi a guida autonoma per camion.

Tutti questi fatti porterebbero a dire che uno scenario del genere è sicuramente plausibile: magari, come dicono in molti, Apple, dopo i recenti ripensamenti legati al suo Project Titan, vuole una boccata fresca d’ossigeno per ripartire con nuove idee: non è un pensiero così balzano, è nel Dna del colosso di Cupertino. In passato ha fatto proprie molte acquisizioni strategiche, come Siri, integrandole nei propri prodotti.

Tuttavia non bisogna trascurare anche i trascorsi di Lit Motors. Fondata nel 2010, presentarono subito il loro primo prodotto, il C-1, un veicolo elettrico a due ruote, stabilizzato tramite giroscopi e dotato di una cabina chiusa: una sorta di scooterone su steroidi. Nel 2011 ne annunciarono la messa in produzione per il 2013, poi spostata al 2015, ed ancora al 2018. Ogni volta che si domanda al ceo quando il loro prodotto raggiungerà il mercato, questi risponde con una timeline approssimativa di due anni. Poi c’è Kubo, una versione per trasporto merci, per cui venne lanciata una raccolta fondi che non raccolse i risultati sperati. E, mancando i riferimenti sul loro sito, pare che il progetto sia stato abbandonato.

Viene da chiedersi cosa possa aver visto Apple in quest’azienda, da spingerla verso una possibile acquisizione. Un’interpretazione che è possibile dare, tenendo presente che si tratta di pura speculazione, è che la voce sia stata messa in giro dalla startup stessa, magari per gonfiare il proprio valore in vista di qualche round di finanziamento. La verità sulla vicenda di certo non arriverà da Apple, che ha risposto alla stampa al solito: no comment.

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