Produrre una Suv piccola è nei piani della Hyundai, ormai è certo. La questione, semmai, è quando il modello di serie arriverà in produzione. Una prima concept car, chiamata Curb (nella foto) s’era vista più di due anni fa – era il Salone di Detroit 2011 – ma molto difficilmente il modello sarà nelle concessionarie prima del 2016.

“Stiamo valutando diverse opzioni per mettere sul mercato la nostra Suv di segmento B”, mi ha detto Mark Hall, il vice presidente marketing di Hyundai Europe durante la presentazione della nuova i10. “Potremmo portare in Europa alcune piccole Suv esistenti, quelle che vendiamo in Brasile e in Cina. Ma non vogliamo fare l’errore che ha fatto la Toyota con la Urban Cruiser, cioè prendere un’auto nata per un altro mercato e cercare di piazzarla in Europa. Sarebbe molto pericoloso”.

Per questo motivo, secondo Hall, le opzioni al vaglio sono soltanto due. La prima: modificare uno dei modelli esistenti fino a renderlo attraente per gli europei. Il processo impiegherebbe un paio d’anni e dunque l’auto potrebbe essere in vendita – ottimisticamente – alla fine del 2015. Oppure partire da un foglio bianco, disegnando a questo punto un modello adatto anche al mercato americano, in modo da giustificare il maggiore investimento. Così, servirebbero tre o quattro anni di lavoro. E si arriverebbe al 2017.

Secondo le previsioni di IHS Automotive, in Europa il segmento delle piccole Suv toccherà il suo picco massimo nel 2016, con quasi 600 mila esemplari venduti. In quell’anno, dovrebbero ormai essersi aggiunte all’affollato segmento le proposte delle altre “ritardatarie”, vale a dire Ford, Volkswagen, Mazda, Honda, Fiat e Jeep.

La Hyundai ha bruciato il vantaggio che sembrava avere nel 2011, quando con la concept Curb ci fece pensare di essere già al lavoro su una “baby Suv”. La Casa coreana non sembra avere creduto fino in fondo al potenziale di un segmento che, secondo JATO Dynamics, nei primi sei mesi dell’anno è cresciuto del 38% a fronte di un mercato in calo del 7%. E ora si trova ad inseguire. “Non nego che vorrei che avessimo affrontato la questione almeno un paio di anni fa”, mi ha confidato ancora Mark Hall. “Ci troveremo a entrare nel segmento proprio quando il mercato sarà più competitivo”. Peccato.

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