In Cina, per la prima volta, alla fine del 2015 si saranno vendute più elettriche che negli Stati Uniti, diventando così il primo mercato al mondo anche in questo settore. Lo sostiene l’associazione cinese dei costruttori di veicoli (Caam), che rilascia proiezioni di vendite intorno alle 180.000 unità per gli Stati Uniti contro le 220/250.000 unità per la Cina. Per elettriche, Caam intende sia auto a batteria che ibride plug in. Qui i dati dichiarati fino al mese di ottobre.

In realtà, in Cina fanno ancora un po’ di fumo quando gli si chiede da dove abbiano tirato fuori certi numeri. Ma anche considerando la nebbia che troppo spesso aleggia sulle statistiche dell’ex Impero di mezzo, la notizia ha più che un fondamento. A partire dal prezzo del petrolio basso (precipitato a 37 dollari al barile proprio oggi), che incentiva gli americani a comprare suv e trucks ad alto tasso di benzina.

La Cina si appresta a diventare primo mercato al mondo per le auto elettriche – dopo aver piantato la stessa bandierina su quello di veicoli con motori tradizionali – per almeno tre motivi: 1) per le dimensioni globali del suo mercato in rapporto al basso tasso di motorizzazione; 2) per gli incentivi pubblici elevati, che in una città di 15 milioni di abitanti come Shenzen possono arrivare fino all’equivalente di 20.000 dollari per un’auto ibrida plug-in, senza contare che chi compra queste auto ottiene una targa subito, invece di passare per un mercato illegale come spesso accade; 3) perché il sistema paese ha bisogno di fare di necessità, virtù, come si è (non) visto nei giorni scorsi a Pechino, avvolta dallo smog con scuole chiuse e allarme sociale. E saluti a Parigi, Cop21.

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