Nelle scorse settimane l’interesse degli appassionati calcistici spagnoli (e non solo) è stato destato da una nuova iniziativa di sostegno all’ambiente adottata dal colosso di abbigliamento sportivo Adidas. Complice la pioggia battente caduta su Madrid durante l’incontro con lo Sporting Gijon, le camisetas blancas, prodotte dalla multinazionale tedesca, sono scivolate addosso a Cristiano Ronaldo e compagni in modo estremamente attillato, mostrando a telecamere e fotografi strutture muscolari riassorbite, solitamente, dalle divise d’ordinanza.

Episodio che ha fatto da cassa di risonanza all’iniziativa portata avanti dall’Adidas, che ha prodotto le nuove magliette utilizzando esclusivamente plastica riciclata, proveniente dai rifiuti raccolti sulle coste delle Maldive in collaborazione con l’organizzazione no profit Parley for the Oceans, il cui scopo è quello di ripulire i mari dall’enorme quantità di plastica dalla quale sono invasi, per farne materia prima di nuovi prodotti da reimmettere nel ciclo del commercio.

Una forma di sensibilità ambientale alla quale, in Europa, il mondo dell’automobile è pervenuta già qualche tempo fa. Le normative dell’Unione europea, infatti, prevedono dal 1° gennaio 2015 che la percentuale di reimpiego e recupero dei materiali presenti in un veicolo fuori uso debba essere incrementata fino ad un valore minimo pari al 95% del peso per veicolo/anno. Considerando che circa il 75% dei componenti un autoveicolo è dato da materiali metallici, i componenti plastici ammontano al 25%, con paraurti e cruscotti a costituire la maggior parte di questa porzione di vettura.

Il Vecchio Continente mantiene alta la bandiera della lotta per la salvaguardia del pianeta, in controtendenza rispetto a quanto sembra accadere negli Stati Uniti dove, appena arrivata l’elezione del nuovo presidente, l’Alliance of Automobile Manufacturers ha inviato una lettera a Donald Trump nella quale ha esplicitamente chiesto la possibilità di rivedere il piano per la riduzione di consumi ed emissioni nei termini previsti entro il 2025. Approccio completamente diverso che, oltreoceano, sembra voler lasciare la California e pochi altri stati a combattere da soli la battaglia per un ecosistema sostenibile. Con buona pace di chi, un giorno, avrebbe piacere a ritrovarsi in macchina una maglietta di Ronaldo riciclata in un cruscott

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