Sono gli investitori di borsa – più che la Fiom – ad avere dubbi sugli obiettivi dell’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne. Nel giorno dell’approvazione dello spin off da parte dell’assemblea dei soci del gruppo, Bloomberg spiega ancora una volta perché dalla separazione dei rami di attività, Fiat Industrial  sarà più appetibile della Fiat Spa con dentro l’automobile e i giornali. La controprova si avrà in gennaio, quando i nuovi titoli faranno il suo esordio, ma alcune cose si possono già dire.  Una l’ha detta Marchionne, in assemblea, rispondendo alla Consob sulla divisione dell’indebitamento fra le due società: “L’indebitamento netto industriale risulterà ripartito in misura uguale tra Fiat e Fiat Industrial. Se consideriamo l’attuale target del Gruppo Fiat per l’anno in corso – superiore a 5 miliardi di euro – entrambi i Gruppi inizieranno ad operare con un indebitamento netto industriale pari a circa 2,5 miliardi”.

Debiti a parte, gli obiettivi Fiat di più che raddoppiare la produzione in Italia entro il 2014 si stanno però scontrando con una parte importante del sindacato, che è pronto ad accettare per esempio i 18 turni di lavoro come già accade a Melfi, ma senza rinunciare ad alcuni diritti fondamentali. La risposta del mercato europeo è poi ancora più dura: la Fiat ha diminuito le sue vendite del 31,1% in luglio e del 23,8% in agosto, segnando un -13,7% nei primi otto mesi dell’anno in zona euro, con un punto secco in meno di quota di mercato. La fine degli incentivi in paesi chiave come Germania e Italia è il primo motivo, ma quanto è stato realmente tenuto in conto almeno sul piano della comunicazione, parte sempre cruciale di qualsiasi business plan?

Marchionne diventa presidente di Fiat Industrial per gestire la parte “borghese” del gruppo, mentre per la parte “nobile” dell’auto con dentro Ferrari e Maserati ha fatto campagna acquisti. Andrea Formica, 49 anni, è il nuovo boss delle vendite di tutti i marchi. Viene da otto anni di Toyota Europe, dove ha ricoperto con ottimi risultati lo stesso ruolo, e precedentemente da Ford, dove ha ricoperto tra l’altro il ruolo di presidente della filiale italiana. Un manager capace da seguire, ve lo presentiamo con una sua  intervista (pagina 2-3) a il manifesto del marzo 2009.

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