La fabbrica Fiat di Termini Imerese sarà chiusa alla fine del 2011. Alla fine del prossimo novembre, il ministero dello sviluppo economico dovrebbe far sapere alle parti – Lingotto e lavoratori – quale delle 5 proposte ritiene più valida perché il polo industriale siciliano possa rinascere. La Fiat non ha problemi a cederlo al miglior offerente, essendosi già ripagata i costi grazie anche agli antichi contributi pubblici. Della sorte di Termini Imerese ufficialmente non si sarebbe parlato negli incontri a Roma fra il premier cinese Wen Jiabao e il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, essendo la fabbrica italiana non in mano pubblica. Ma a margine dei 10 accordi firmati per un valore di 2,25 miliardi di euro, non si può escludere che il governo italiano non abbia accennato del dossier al suo omologo cinese.

Ci sono dei perché, per sostenerlo. L’industria dell’auto cinese, in particolare quella privata, corre e sta cercando di alargarsi all’estero, con acquisizioni di know how, di manager di settore ben collaudati, di siti produttivi. Il capo di Geely, Li Shufu, diventato famoso per essersi comprato la Volvo dalla Ford per 1,8 miliardi di dollari, mercoledì 6 ottobre ha incontrato ad Anversa, in Olanda, politici locali cercando un appoggio per comprare la fabbrica locale della General Motors, che il costruttore americano ha deciso di chiudere alla fine dell’anno, se non riceverà proposte di acquisto vantaggiose. Nella primavera scorsa, società cinesi tra cui un fondo non specificato e poi un costruttore specialista di camion come Faw avrebbero dato un’occhiata al dossier siciliano, ma senza concretizzare una manifestazione di interesse  a Invitalia, l’advisor scelto dal governo Berlusconi per l’operazione. Invitalia ha però il mandato di tenere le porte aperte fino all’ultimo minuto per allargare la short list delle 5 proposte già in casa (tra cui una italo-indiana con Reva). Né ci sarebbe da stupirsi se il governo cinese si interessasse a un simile dossier, essendo sotto suo controllo le tre più importanti industrie di auto della Cina: Saic, Dong Feng e appunto Faw.

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