La Porsche voleva comprarsi la Volkswagen, poi Davide è rimasto Davide e Golia ha vinto (acquistando il 49,9% del marchio di auto sportive, in attesa di inglobarlo), come non accade nel mito.  Il capo Vw Martin Winterkorn dice adesso che la Porsche sarà integrata velocemente, annunciandone il raddoppio delle vendite entro il 2014 (150.000 unità). Obiettivo da raggiungere con il lancio del quinto modello di Stoccarda, il Cajun, suv più piccolo della vendutissima Cayenne (10.292 unità nell’ultimo trimestre).  La Porsche ha chiuso in nero il primo trimestre dell’anno fiscale in corso, +155 milioni di euro contro un rosso di 431 dell’anno scorso, quando era in preda a sogni di take over.  E il cda del costruttore di Stoccarda ha deciso  un aumento di capitale di 5 miliardi di euro entro il 30 maggio 2011, condizione preliminare alla fusione con Vw. La metà dei quali, 2,5 miliardi, ce li mettono le famiglie che controllano il marchio, i Porsche e i Piech.

Al confronto, la storia di Alfa Romeo e Maserati sembra una macchina che non cammina. La bella Alfa Romeo 8C Competizione ha avuto meccanica Maserati, ma poi non si è visto più nulla. Nel 2013 il costruttore di Modena lancerà una berlina più piccola della Quattroporte, pare scippata all’Alfa. Si parla di futuri suv Alfa e Maserati sviluppati su pianale Jeep (Grand Cherokee), ma più che di rapida integrazione si parla di una vendita dell’Alfa Romeo per fare cassa. Soprattutto, non se ne parla nemmeno che gli azionisti di controllo del gruppo Fiat – gli Agnelli-Elkann – mettano soldi di tasca propria.  Non c’è partita.

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