L’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne non ha la testa a Detroit e nemmeno a Torino. Ce l’ha a Elsinore, nel castello dove Amleto si contorceva nel dubbio. Il dubbio di Marchionne è se vendere o no l’Alfa Romeo alla Volkswagen, con cui ha trattato quattro mesi secondo l’attendibile Automotive News. E c’è del marcio in questa trattativa, che la rivista americana non racconta ma di cui si narra fuori onda (qualcuno sospetta addirittura che la voce sia stata messa in giro dalla stessa Fiat per tenere vispa la quotazione di borsa). Marchionne avrebbe proposto ai tedeschi di comprare l’Alfa insieme alla fabbrica di Pomigliano, storico sito industriale del marchio del biscione e ora promesso alla Fiat Panda. Il nein sdegnoso di Vw avrebbe alzato il prezzo, che correrebbe comunque su almeno due miliardi di euro. Preziosi per Marchionne per fare cassa e magari per accelerare la scalata al 51% della Chrysler, ipotesi rilanciata da un report di Barclays Bank.E per dirla tutta, c’è chi dice che nella trattativa Fiat-Vw si sarebbe parlato addirittura di due stabilimenti italiani da cedere al seguito dell’Alfa. Uno Pomigliano, l’altro Mirafiori?
In mezzo resta la trattativa bloccata proprio sul destino di Mirafiori. Per la fabbrica simbolo della Fiat, tuttavia è già pronta l’alternativa: sta a Belvidere nell’Illinois. Nei progetti, l’impianto torinese dovrebbe trasformarsi in una joint venture Fiat-Chrysler da 1 miliardo di euro di investimento, dove produrre l’Alfa Romeo Giulia e due Suv con marchi Alfa e Jeep. Marchionne ha già investito 600 milioni di dollari nella fabbrica Chrysler di Belvidere, dove verranno prodotte una nuova Dodge compatta e (per ora) una sola Jeep al posto delle due attuali (Compass e Patriot). Insomma, quel che tecnicamente è buono per Mirafiori è buono per Belvidere. Con la differenza che Marchionne a Belvidere ha linee già in allestimento e l’accordo sindacale in tasca, mentre a Mirafiori per ora ha contrattazione ferma e linee obsolete (la Multipla finirà i suoi giorni entro l’anno, l’Idea e la Lancia Musa nuova generazione sono state destinate alla fabbrica in Serbia, l’Alfa Mito non è chiaro se resterà). Se l’intesa non si trovasse o saltasse il progetto Fabbrica Italia (raddoppio della produzione entro il 2014 e 20 miliardi di investimenti), Alfa o non Alfa, Mirafori è il problema.