Con la newco di Mirafiori, l’amministratore delegato del gruppo Fiat Sergio Marchionne conferma di avere una strategia fatta di sottrazioni. Ma senza sottrarsi al conflitto, che anzi anima e che è appena iniziato. Come farà però a raggiungere gli obiettivi dichiarati, resta un mistero. Per adesso, sotto l’albero si vedono soltanto le sottrazioni:  

1) A Mirafiori come a Pomigliano e probabilmente presto a Cassino e a Melfi, Marchionne vuole sbarazzarsi della Fiom. Come si fa con un modello giunto a fine corsa. La differenza è che il run out della Fiom, se mai ci sarà, durerà molto ma molto davvero. 2) La prossima sottrazione di Marchionne potrebbe essere la vendita dell’Alfa Romeo al gruppo Volkswagen. Il modo più diretto per fare cassa e chiudere una volta per tutte il bilancio perennemente in rosso del marchio. 3) Nelle sottrazioni è già finito l’ex presidente Luca Cordero di Montezemolo, ultima espressione interna della vecchia Fiat. E un altro segno meno, forse anche legato alla vicenda Montezemolo,  potrebbe toccare alla Maserati. Con la produzione del marchio spostata dalla sede storica di Modena agli stabilimenti Bertone in Piemonte, salvando per forza e non amore l’invio dei motori costruiti a Maranello.  4) Nelle sottrazioni, il marchio Fiat diventerà sempre meno importante, specialista di macchine piccole per profitti piccoli. Mentre il marchio Chrysler e soprattutto Jeep (costruite a Mirafiori)  sarà con Lancia un tutt’uno per l’Europa, per  auto da vendere con più margini nei segmenti alti. A oggi, Jeep esclusa, sono però l’insieme di due debolezze.

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