Nel 2010 il gruppo Toyota è rimasto numero uno mondiale dell’auto, nonostante i massicci richiami di molte sue vetture per problemi al pedale dell’acceleratore che, negli Stati Uniti, hanno provocato anche delle vittime.  Le vendite sono anzi aumentate dell’8%, ha dichiarato l’azienda, e diminuite negli Usa soltanto dello 0,4%. Ci sono diversi motivi per provare a spiegare perché la più grande campagna di richiami della storia dell’automobile non abbia intaccato il primato del colosso giapponese.  Che pure inizia male il 2011. Uno è nei numeri globali del problema, che riguarda tutti i costruttori e dunque tutti i consumatori. Nel 2010, nei soli Stati Uniti sono stati richiamati per difetti vari 20,3 milioni di veicoli attraverso ben 648 campagne dell’ente governativo per la sicurezza, l’Nhtsa. Toyota, al centro del terremoto, ne ha richiamati da sola 7,1 milioni. Ma il 2010 non è stato un anno record: nel 2004, l’Nhtsa è stato costretto a richiamare 30,8 milioni di veicoli, dopo che nel 2000 stessa sorte era toccata ad altri 24,6 milioni di unità.  Dal 1966 a oggi, cioè da quando queste azioni di difesa dei consumatori hanno assunto in America una cadenza annuale grazie alle battaglie di Ralph Nader, sono stati 487 milioni i veicoli richiamati. Al di là di molte false promesse e di molti veri miglioramenti in fatto di sicurezza, l’auto è destinata a restare imperfetta. Con la Toyota in cima, primum inter pares.

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