Niente prestazioni, consumi e altri messaggi tradizionali. La Mercedes sta lanciando in questi giorni la sua rinnovata Classe C con una campagna pubblicitaria in tv centrata sull’Attention Assist. Il sistema studia nella prima mezz’ora di guida il comportamento del conducente, attraverso 70 parametri (modo di sterzare, di frenare, etc), per poi rilevarne il grado di stanchezza ed eventualmente avvisarlo con una tazzina di caffè ingrandita al centro del cruscotto, più un segnale sonoro e una vibrazione allo sterzo.  Il sistema è di serie su tutte le versioni, importato dai modelli più grandi e costosi. Come mai questa scelta?

Una risposta è che la sicurezza attiva è un nuovo capitolo su cui tutti i costruttori stanno investendo, grazie alla tecnologia disponibile.  Sulla nuova Ford Focus, un’auto media, il pacchetto di sistemi di sicurezza di guida collegati a una telecamera costano in Italia 1.250 euro. Un prezzo accessibile, considerando quanti soldi si buttano per accessori inutili (tipo cerchi in lega o il colore metallizzato). Quelli della Focus sono sistemi provati finora su auto più costose, ma ci scommetto che la concorrenza seguirà a breve.  E c’è anche di meglio, prendendo in considerazione l’intero argomento: 7 airbag sono finalmente di serie anche su auto piccole come la Suzuki Swift.

Una seconda risposta al perché della campagna Mercedes (finita per altri motivi sotto accusa di associazioni gay) è nel ritorno che il costruttore avrà. Gli enti pubblici per la sicurezza stradale, dall’americano Nhtsa all’europeo EuroNCAP, hanno deciso di assegnare sempre più le loro preziose stelle per la classifica delle auto più sicure in base ai sistemi elettronici imbarcati. Il tema è sensibile: più stelle, presumibilmente più vendite. Dopo l’abs di serie, dopo l’esp di serie, la battaglia per aumentare la sicurezza di chi guida e degli altri passeggeri è in realtà appena iniziata. Benvenuta, se servirà a salvare vite umane.

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