L’India ama il lusso. L’India dove l’80% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno (dato World Bank) e dove circa il 90% dei contratti di lavoro sono precari. Qui l’Aston Martin ha raggiunto la Ferrari, la Maserati e la Bugatti per vendere nel paese le sue auto esclusive.  Perché l’India è anche il paese al mondo con più miliardari dopo gli Stati uniti e con 130.000 milionari censiti nel 2010. Sempre l’anno scorso, qui sono state vendute 15.702 auto di lusso (dato IHS), un nulla rispetto a un altro paese ricco di ricchi e di contraddizioni come la Cina, con le sue 727.227 unità. Ma lo sbarco dell’Aston Martin è un segno che le previsioni sono rosee per questi costruttori di nicchia. Anche la Maserati intende aprire sette concessionarie in India entro il 2015, perché il paese ha fame di tutto, super auto comprese, sostiene il responsabile Asia-Pacific del marchio con il Financial Times, Simone Niccolai. Una delegazione di una quarantina di imprenditori e banchieri italiani sono appena arrivati in India per negoziare nuovi accordi di cooperazione nel settore automobilistico.  Fiat e Tata sono già in joint venture, sebbene l’accordo non brilli quanto promesso. E per chiudere questo stranissimo cerchio, la Tata Nano, l’auto a più basso prezzo del mondo, è stata  per ora un flop.

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